Serie Democratica: carta canta (parte prima)
La Democratica si presenta come la serie di transizione tra passato e futuro, ove il passato monarchico e poi fascista è rappresentato da un'Imperiale (60 Cent.) a testa in giù, e il domani nella nuova vita che nasce dalla terra (40 Cent.)
A questa ordinaria, definita la prima repubblicana, anche se poi ben sappiamo che la stessa era già in uso nei suoi iniziali valori prima della proclamazione della nuova forma di governo, ho deciso da dare vita ad un percorso di approfondimento tutto speciale nella mia collezione, cercando di dare a quei francobolli quel giusto e meritato rilievo. Tuttavia, le cose cambiano, anche se sarebbe meglio dire il "mercato" cambia, ed ecco comparire tra le righe dei cataloghi degli ultimi anni una inquietante differenziazione tra tiratura e tiratura o, per esser più precisi tra una prima tiratura con carta grigia ed una seconda tiratura con carta bianca. Parliamo, chiaramente, di alcuni valori della serie, escludendo sin da subito il 100 Lire che ha una storia tutta sua. Uso l'aggettivo "inquietante" perché, ed esprimo una mia opinione da collezionista, parlare di "tiratura" associando il termine ad un aggettivo numerale ordinale pare, in questo frangente, una forzatura coi fiocchi... pardon coi dentelli.
Prima di
tutto perché nelle ricerche che ho condotto in letteratura filatelica
(vastissima e ricchissima in quanto ad approfondimenti ed analisi tecniche per
questa serie ordinaria), non ho trovato alcun chiaro ineludibile riferimento ad
una prima e nemmeno ad una seconda tiratura, definite in termini numerici o
scandite da precisi intervalli temporali. In seconda istanza perché la
struttura della carta, oggetto di questa presunta "tiratura", ha sì
subito un mutamento nella qualità e nella sua struttura, ma progressivo nel
tempo, non sempre così costante, e con "diversi passaggi intermedi".
Passando, appunto, da elevati livelli di impurità (carta di aspetto molto
grigiastro, virante al marroncino chiaro) sino ad una condizione di maggiore
qualità (carta di aspetto grigio-biancastro o biancastro).
compare per alcuni dei valori della Democratica, associata alla carta bianca.
il passato (canapa) e il futuro (legno) dell'industria della carta
Nella trasformazione dei cenci in carta la prima operazione che era svolta era la pulizia, cui seguiva la tagliatura a mano con la separazione di rattoppi, cuciture, orli, e quelle parti rigide e dure che potevano danneggiare qualità del prodotto finale e macchine. Terminata questa prima fase si procedeva alla lisciviazione con calce all'interno in apposite vasche. Lo scopo era di liberare gli stracci dalle impurità, come le sostanze grasse che non si potevano allontanare diversamente. A seguire era la lavatura, poi la sfilacciatura, la cui funzione era di distruggere ogni traccia di tessuto senza però che i filamenti venissero tagliati. Ed ancora la raffinazione, nella quale questi filamenti erano a loro volta ridotti in fibre atte a far carta. La massa filamentosa che si otteneva con la sfilacciatura si chiamava sfilacciato o mezza pasta, in contrapposto alla “tutta pasta” che si otteneva con la raffinazione che avveniva grazie ad enormi magli in legno che battevano e trituravano gli stracci precedentemente raccolti in pile in pietra.
Fu proprio in Italia, già alla fine del 1400, che l'impiego dei cenci, in modo particolare quelli di lino e cotone il cui uso si andava diffondendo, diventò un vero business del "riciclo", talmente importante per il giro d'affari e la valenza sociale, che città come Lucca e Parma vietavano l'esportazione degli stracci. Per comprendere tale fenomeno, basti pensare che nei primi del Seicento, quando si diffuse la peste e gli indumenti erano bruciati per contenere il contagio, si verificò una crisi senza precedenti nell'industria della carta, che trovò soluzione definitiva, anni più tardi, nella possibilità di estrarre le fibre di cellulosa dal legno.
Solo con
l'invenzione della dissoluzione chimica del legno, processo con cui si rimuove
la lignina per ottenere la cellulosa in fibre, si è proceduto a sostituire
progressivamente il processo di lavorazione degli stracci. Nel 1890 erano già
state sperimentati numerosi processi per ottenere la cellulosa dal legno (un
primo brevetto data la fine del 1700), anche se fu tal Alexander Mitscherlich
(1836 - 1918), professore di silvicultura di Hannoversch Münden, ad influenzare
significativamente lo sviluppo della ricerca che ad inizio del '900 porterà
tale sistema a livello industriale.
di Fabriano celebrati dalla filatelia italiana nel 1994, sullo sfondo delle Cartiere Milani in una foto d'epoca
La serie Democratica e
la sua carta
Per i valori
della serie è stata impiegata carta con filigrana ruota alata, una sorta
di cabalistico porta fortuna che, giusto con il nuovo corso postbellico, ha
sostituito la corona introdotta nei francobolli italiani sin dal 1863, ma un
po' troppo monarchica per i tempi che si andavano profilando e con la
Repubblica alle porte.
I francobolli (escludiamo come già anticipato il 100 Lire) sono stati stampati
in rotocalco su carta in bobine, prodotta dalla cartiera Milani di Fabriano
con il sistema in piano. Un metodo ove il "ballerino" è oggetto
di una certa pressione al fine di imprimere il disegno sulla carta ancora
umida, prodotto finale dell'impasto. Ma di questo avremo modo di parlare in
seguito, quello che ora più ci interessa è che la carta che è prodotta per la
serie è inizialmente grigiastra, di cattiva qualità, il cui aspetto
non migliora stante una gommatura anch'essa piena di impurità (non è quindi un
caso che la valutazione per la tipologia di carta muta sui valori usati e non
su quelli allo stato di nuovo). La situazione volge al meglio già nel 1946 e
progressivamente si nota una rapida evoluzione che, già nell'anno a seguire,
mostra una carta bianca di qualità decisamente migliore.
La Cartiera Milani è un'impresa sopravvissuta a due eventi bellici, cresciuta di pari passo con l'industrializzazione del Paese. Uno dei suoi periodi peggiori è quello che inizia esattamente dove il fascismo finisce, tra il settembre del 1943 e l'estate a seguire, in piena occupazione tedesca. I bombardamenti non fanno sconti agli stabilimenti di Fabriano che, insieme a quelli di Pioraco e Castelraimondo, continuano la produzione, pur tra mille difficoltà e ad intermittenza. Sono gli operai, in quel periodo, a sorvegliare gli impianti ed a comunicare alle celle clandestine del CNL nazionale i progetti dell'occupante, circa smantellamenti o distruzione delle macchine negli stabilimenti. Maestranze che però, nulla potranno contro la demolizione operata dai tedeschi nel sito di Castelraimondo, così come della distruzione delle centrali idroelettriche di San Vittore di Genga e San Sebastiano di Pioraco.
Dopo la
liberazione, il 13 luglio del 1944, il ruolo dei lavoratori delle
Cartiere si fa più deciso ed importante: c'è da rimettere in funzione quanto è
scampato alla distruzione dei bombardamenti e dei sabotaggi tedeschi, questo
per soddisfare le esigenze del nuovo corso, della ricostruzione di uno Stato in
piena rinascita dopo il conflitto.
carta grigia 1945 a sinistra e carta bianca 1947 a destra
I due valori sono gli stessi rappresentati nell'immagine precedente
L'osservazione qualitativa della carta come indicatore
Un’analisi
microscopica dell'esemplare con carta grigia pone in chiara evidenza una
grana maculata con una indiscutibile presenza di macchie provocate dalle
impurità. Allo stesso modo se si sottopone ad analogo processo il valore
con l'ipotetica carta bianca si può notare una grana più uniforme, meno
granulosa e maculata. Indicatore quest'ultimo di maggiore qualità della
carta, ma che non sempre mostra una costante circa dimensione e numero di
impurità.
Analisi microscopica carta bianca
Per lavorare di fino, propongo un'altro esempio comparativo, anch'esso fatto ponendo, uno accanto all'altro, cinque francobolli della serie dal medesimo valore di 1 Lira. Appare al colpo d'occhio che i primi due francobolli a sinistra presentano una evidente carta grigiastra ricca di evidenti impurità. Ma cosa avremmo valutato se la comparazione fosse stata operata solo con gli ultimi tre valori a destra?
Forse avremmo avuto qualche dubbio che il valore centrale fosse "grigio" rispetto ai due che lo affiancano? O forse no? Perché un po' più grigio nella carta lo è, con qualche impurità tra le sue fibre tra le altre cose. Questa è l'evidenza che la comparazione visiva è certamente l'indicatore primo, ma che per essere validata ha necessità di essere effettuata su un numero di campioni significativo.
Il dettaglio evidenzia (oltre alla data di utilizzo - vedi paragrafo seguente -) una quasi assenza di macro impurità nei valori su carta bianca, il cui viraggio verso un bianco sporco potrebbe essere associato invece ad un assorbimento di pigmento dalle buste su cui hanno viaggiato. Da evidenziare anche che sugli esemplari con carta bianca anche il livello di inchiostrazione e quindi di saturazione del colore sulla vignetta del francobollo stesso può essere oggetto di leggeri viraggi all'osservazione.
In alcuni casi, se l'annullo datario è ben posizionato e leggibile sul francobollo, è facilitata la collocazione in quell'arco temporale di presunzione sulla fornitura da parte delle Cartiere Milani di un tipo di carta più grossolano ed imperfetto rispetto a quello che andrà poi migliorando nel corso degli anni. Anche in questo caso, l’uso di tale indicatore è fortemente condizionato dalla data di emissione di ogni singolo facciale. Se i valori da 10 - 20 - 40 - 60 - 80 centesimi e 1 - 1,20 - 2 - 3 - 4 - 5 - 10 grigio - 20 - 25 - 50 Lire furono emessi in data 1° ottobre 1945, per i restanti francobolli da 25 - 50 centesimi - 6 - 8 - 10 rosso - 15 - 30 Lire il periodo di emissione va dal 1946 al 1948.
Nella seconda e terza parte di questo articolo...
Per evitare
di sovraffollare di parole questo post, e forse anche per creare un poco di
suspense filatelica, rimando al successivo intervento in questo blog la
conclusione, se così si può chiamare dati i dubbi che ho sollevato, di questa
divagazione sulla carta della serie Democratica.
Nella seconda parte parlerò della posizione di filigrana quale indicatore di
riferimento, del retino di stampa quale ulteriore elemento selettivo
e, infine, nella terza ed ultima parte dell'allestimento narrativo
che ho voluto riservare ai miei reperti, coinvolti nella ricerca così come l'ho
esposta, all'interno della mia collezione.
Chiaramente, avendo nell'esperienza appreso che sarebbe un peccato di presunzione il solo pensare di saper tutto su quanto scritto, resta apprezzabile ogni intervento che voglia correggere, smentire, ma soprattutto aggiungere ed impreziosire questa mia cronaca "di carta".
Le tre parti di questo soggetto
- La serie Democratica carta canta parte prima
- La serie Democratica carta canta parte seconda
- La serie Democratica carta canta parte terza
Bibliografia essenziale
- AA.VV., La carta filigranata; Pia Università dei cartai; (consultato il 12.07.2020)
- Walter Soardi, Specializzazioni della Repubblica con filigrana a ruota; http://www.soardi.eu/45/democratica.htm, (consultato il 16.07.2020);
- AA.VV., La filagrana ruota alata; Giandri's i miei francobolli; (consultato il 12.07.2020).
- Franco Filanci, Danilo Bogoni, La serie della Ricostruzione: Democratica, Poste Italiane, 1995
- Gianni Carraro - Luigi Sirotti, Il 100 lire della Democratica, Sassone, 2003.
- a cura di Bruno Crevato-Selvaggi, Le Carte valori ordinarie della Repubblica, La Repubblica Italiana, Poste Italiane, 2002.
- a cura di Franco Filanci, Il Novellario Vol. 4 Da una Repubblica all'altra, Unificato, 2017;
- AA.VV., Museo della Carta di Amalfi, https://www.museodellacarta.it/la-carta-a-mano) consultato il 12.07.2020);
- AA.VV., Museo della Carta di Fabriano, https://www.museodellacarta.com/ (consultato il 11.07.2020);
- Giorgio Nebbia, Breve storia del riciclo, 2012, http://www.fondazionemicheletti.it/ (consultato il 12.07.2020);
- Maurizio Tava, La carta, studio ed analisi dei processi produttivi, 2012, Provincia Autonoma di Trento.
- AA.VV., Cartiera Sordini - Pale di Foligno, https://www.paledifoligno.it/le-cartiere-di-pale/cartiera-sordini/ (consultato il 13.07.2020);
- Enrico Pedemonte, Elisabetta Princi, Silvia Vicini Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale Università di Genova, Storia della produzione della carta, Rivista La chimica e l'industria, n°8 Anno 87, 2005;
- AA.VV, La Repubblica italiana, Francobolli d'Italia, Tomo II, 1990, Bolaffi/Fabbri Editori;
- AA.VV, Serie Democratica, carta bianca e carta grigia; Filatelia e francobolli forum, (consultato il 09.07.2020)
- AA.VV., La carta filigranata; Pia Università dei cartai; (consultato il 12.07.2020)
- Walter Soardi, Specializzazioni della Repubblica con filigrana a ruota; http://www.soardi.eu/45/democratica.htm, (consultato il 16.07.2020);
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