Figli di un dio minore... bollettini illustrativi atto terzo
Articolo originariamente pubblicato il 14 agosto 2019
Rieditato per questo sito il 16 settembre 2021
Nel post precedente (l'atto secondo), dedicato a questa particolare "escursione collezionistica", in cui ho voluto offrire ampio spazio ai bollettini illustrativi,
ci eravamo lasciati con l'impegno di spendere due righe sul nuovo
impianto grafico che Poste Italiane ha applicato a partire dal 2019.
Nuovo impianto grafico che Poste Italiane ha applicato a partire dal 2019
L'edizione del 2019
Una nuova versione del bollettino illustrativo arriva, infatti, con la prima emissione del 2019,
quella dedicata a Pitti immagine e datata 8 gennaio. Una revisione
della gabbia grafica, ma anche della estetica complessiva, visto che il
tradizionale cartoncino bianco ha lasciato il posto ad un tenue color seppia,
mentre cornice e testo sono stampati in rosso. L’indicazione «Poste
italiane», posta in alto sulla prima facciata perde la sottolineatura
gialla, mentre resta sulla destra la specificazione "filatelia". La vera
novità, quasi un nostalgico ritorno al passato, è l’Italia turrita (qualche filatelista l'appella anche Siracusana, in onore alla celebre serie ordinaria ed alla moneta da cui essa è tratta) che campeggia sul bordo superiore.
L’intero testo di natura tecnica, che precedentemente si sviluppava
sulla prima pagina, esondando sovente, sulla seconda, è ora collocato
completamente sulla prima facciata, mentre compare anche il testo in inglese (parrebbe non per tutti i bollettini però, ma staremo a guardare). Il costo del bollettino ha un costo minimo pari a 2,50 euro (con la carta valore inclusa) ed è stampato in 2.500 pezzi.
Bollettini fuori ordinanza
Da alcuni anni (da quando il francobollo è allegato al bollettino che lo commenta), è giusto segnalarlo, esiste una versione "fuori ordinanza"
dei bollettini illustrativi. Ne da notizia la rivista "L'Odontometro"
nel suo n° 93, ripreso anche dalla testata "Qui Filatelia" n° 91 (marzo
2018), informandoci che i soci dell’Unione stampa filatelica italiana ed
altri operatori del settore filatelico li ricevono in omaggio. Per
questi particolari soggetti è realizzata un’apposita tiratura nello
stile delle precedenti edizioni: anziché la taschina con il francobollo
allegato è stampata l'immagine di quest'ultimo. Essendo tale versione
pensata come omaggio, nell'ultima facciata non compare alcuna
indicazione circa il prezzo, tanto meno vi compare il codice a barre.
Esiste una versione "fuori ordinanza" dei bollettini illustrativi (tratta da QuiFilatelia)
Variazioni sul tema
Il mondo dei bollettini illustrativi, a volerle cercare, è pieno di curiosità.
Prendiamo ad esempio l'anno 2000 ed osserviamolo con attenzione:
scopriremo che il bollettino dedicato all'emissione che celebra
l'avvento dell'anno duemila e che presenta il foglietto avente per tema
“La natura – La città” è privo del contorno azzurro, a differenza
delle analoghe emissioni nello stesso anno per i foglietti dedicato
proprio al nuovo millennio. Altra curiosità della medesima annata è
l'intero postale, una cartolina ad esser precisi, emessa il 9 settembre
per ricordare la Manifestazione filatelica nazionale, che è riprodotta
nel bollettino con il tradizionale fondino azzurro, con una insolita
dentellatura per un intero postale.
Non stupisce quindi che, nel corso degli anni, anche per i bollettini
illustrativi, così come per i francobolli, la fase di stampa abbia
prodotto, a causa di inconvenienti tecnici, alcune “varietà”.
Alcuni collezionisti si sono quindi cimentati alla ricerca di tali
“anomalie” e, di tanto in tanto, emergono vere e proprie varietà. Nel
numero 97 della rivista “L'Odontometro” (ottobre-dicembre 2018), a
titolo di esempio, arriva una interessante segnalazione a firma di
Marcello Manelli, la cui eco ha riverberato anche tra le pagine virtuali
di Vaccari News, che riguarda il ritrovamento di due bollettini con
risvolti atipici interessanti: il primo riguarda l’emissione per
celebrare i quarant'anni del Patto di Roma datata 30 aprile 1984, ma che come immagine riporta tutt'altro,
immortalando la serie “Salvaguardia della natura”, arrivata agli
sportelli sei giorni prima. Molto interessante anche il bollettino
ritrovato, del 25 giugno 1960, per le Olimpiadi, dove al centro manca del tutto la riproduzione del francobollo con valore facciale da 5 Lire.
Il mondo dei bollettini illustrativi, a volerle cercare, è pieno di curiosità.
Sport illustra...tivo
La citazione delle Olimpiadi è occasione irrinunciabile per sottolineare quanto i francobolli ed i relativi bollettini illustrativi
spaziano in ogni settore della vita pubblica: istituzioni, impresa,
cultura, scienza e sport. In quest’ultimo campo spiccano presidenti ed
atleti di peso: dopo tanto Berlusconi nella simbiotica maglia rosso
nera, tocca al vicepresidente Adriano Galliani firmare il bollettino
milanista del 27 agosto 2001. Meno formalismi e più sudore, di quello
vero che ti impregna i vestiti, trasuda il bollettino n° 140 del 20
maggio 1967, quello che spegne le cinquanta candeline del Giro d’Italia,
la corsa a pedali per antonomasia. A firmare il bollettino che
accompagna l’emissione filatelica sono cinque assi delle due ruote: Costante Girardengo, Gaetano Belloni, Alfredo Binda, Gino Bartali e Fiorenzo Magni.
I loro autografi in calce al bollettino assomigliano più ad una
raccolta di firme d’autore che all’ufficiale attestazione anagrafica di
un autore.
In vetrina anche le grandi organizzazioni sportive nazionali ed
internazionali, prima tra tutte il Comitato Olimpico Internazionale che,
nella figura di Franco Carraro, all’epoca presidente del CONI, firma il
bollettino n°9 del 1982. Non il primo e nemmeno l’ultimo, visto che lo
stesso Carraro aveva già messo il suo sigillo nel 1990 sul bollettino
dedicato alla vittoria tedesca in Coppa del Mondo e sarà sempre suo
l’intervento del novembre 2002, questa volta nei panni del presidente
FGCI, sul bollettino a corredo dell’emissione dedicata ai campioni del
mondo del ventesimo secolo. L’elenco è ancora lungo e bastino quali
ulteriori citazioni i nomi di Mario Pescante ed Arrigo Gattai. Ma c'è
anche Giulio Onesti, che il 24 gennaio 1966, presenta sul bollettino n°
123 i due valori celebrativi dei dei campionati mondiali di bob. Replica
inevitabile il 6 febbraio 1970 (bollettino n° 172) per i mondiali di
sci alpino in Val Gardena. Nel 2012 sarà invece ancora Franco Carraro a
ricordare Giulio Onesti, sempre in un bollettino illustrativo. Ma questi
sono solo alcuni esempi, perché a sfogliare l'intera rassegna dei
bollettini che ho collocato in collezione la lista è davvero infinita e
racconta di più generazioni di atleti che si sono alternati sul podio
delle più svariate discipline.
A firmare il bollettino che accompagna l’emissione filatelica
sono cinque assi delle due ruote: Costante Girardengo, Gaetano Belloni,
Alfredo Binda, Gino Bartali e Fiorenzo Magni.
sono cinque assi delle due ruote: Costante Girardengo, Gaetano Belloni,
Alfredo Binda, Gino Bartali e Fiorenzo Magni.
La successione aurea
Machiavellica la numerazione seguita per i bollettini nel corso degli anni. Progressiva sino al n° 273
che corrisponde al bollettino dato alle stampe per commentare
l’aerogramma del decennale della fondazione dell’Istituto italo - latino
americano con un articolo firmato dal presidente Amintore Fanfani. A
contare, ripartendo da 1, si ricomincia però nel 1978 e, questa
volta, la conta la si fa anno per anno, iniziando un nuovo ciclo che
parte da 1 ad ogni Capodanno. Metodologia che sparirà con la notte di
San Silvestro del 2004, più precisamente con il bollettino n° 39/2004,
il tutto tra lazzi, canti e botti.
Come è ovvio che sia, non tutto è stato sempre perfettamente lineare ed alcune annualità si sono distinte per i bis (a puro titolo di esempio il 1998), ma anche con qualche tris come nel 2003. Il n°7/82 poi, una sorta di omaggio floreale all’Italia, mostra il numero 8/82 obliterato da quattro righe, perché riassegnato al bollettino di Europa 1982. Un altro interessante esempio ci è offerto dall’annata 1999: il numero di emissioni, se escludiamo i valori della serie ordinaria “Donne nell’arte” (all’esordio nel 1998) e quelli della nuova Posta Prioritaria, è di 34 serie, cui vanno aggiunte due cartoline postali ed un aerogramma, per un totale di 37 emissioni. Ed in effetti tale è il numero dei bollettini illustrativi, ma con una singolare sequenza: dopo il bollettino n° 1/1999 (centenario di Lucio Fontana del 19 febbraio) il numero salta direttamente al 3/1999 (Europa del 12 marzo) ignorando completamente che dopo 1 e prima di 3 viene il numero 2. Curioso che il bollettino a seguire, quello sul Giubileo posti in calce il numero 3bis/1999. Poi si riparte dal 4/1999, ma dopo il bollettino n° 7/1999 dedicato all’emissione della Corte Costituzionale del 23 aprile, quello a seguire (che celebra il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco) porta il n° 5/1999, anche se di fatto il n° 5 era già stato impiegato per il bollettino relativo all’emissione dei “tesori dei Musei nazionali”, tre francobolli usciti il 17 aprile. Poi, a seguire, d’improvviso si salta al n° 9/1999 (Accademia Militare di Modena) recuperando così la sequenza numerica corretta. Attenzione però al bollettino 19/1999 dove, accanto al numero, è stampato un asterisco che rimanda ad una nota che chiarisce che “l’emissione programmata per il 2 agosto è rinviata”, motivando in tal modo l’anticipo del bollettino rispetto alla emissione dei valori che saranno posti in circolazione solo il 18 ottobre.
Il nuovo millennio sembra iniziare senza intoppi, se non ché, dopo l’emissione per il 17° campionato di tiro con l’arco emesso il giorno 8 luglio (bollettino n°26/2000), ecco comparire un nuovo n°12 in corrispondenza dei campionati mondiali di ciclismo su pista juniores, francobollo emesso il 31 luglio. Il precedente bollettino con lo stesso numero era uscito in relazione all’emissione del 14 aprile dedicata all’Unione Ciclistica Internazionale per il centenario. Dopo il n° 12 duplicato, si salta il n° 27 e si riprende regolarmente con il bollettino n° 28/2000 dedicato a Carlo Crivelli (8 agosto).
Come è ovvio che sia, non tutto è stato sempre perfettamente lineare ed alcune annualità si sono distinte per i bis (a puro titolo di esempio il 1998), ma anche con qualche tris come nel 2003. Il n°7/82 poi, una sorta di omaggio floreale all’Italia, mostra il numero 8/82 obliterato da quattro righe, perché riassegnato al bollettino di Europa 1982. Un altro interessante esempio ci è offerto dall’annata 1999: il numero di emissioni, se escludiamo i valori della serie ordinaria “Donne nell’arte” (all’esordio nel 1998) e quelli della nuova Posta Prioritaria, è di 34 serie, cui vanno aggiunte due cartoline postali ed un aerogramma, per un totale di 37 emissioni. Ed in effetti tale è il numero dei bollettini illustrativi, ma con una singolare sequenza: dopo il bollettino n° 1/1999 (centenario di Lucio Fontana del 19 febbraio) il numero salta direttamente al 3/1999 (Europa del 12 marzo) ignorando completamente che dopo 1 e prima di 3 viene il numero 2. Curioso che il bollettino a seguire, quello sul Giubileo posti in calce il numero 3bis/1999. Poi si riparte dal 4/1999, ma dopo il bollettino n° 7/1999 dedicato all’emissione della Corte Costituzionale del 23 aprile, quello a seguire (che celebra il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco) porta il n° 5/1999, anche se di fatto il n° 5 era già stato impiegato per il bollettino relativo all’emissione dei “tesori dei Musei nazionali”, tre francobolli usciti il 17 aprile. Poi, a seguire, d’improvviso si salta al n° 9/1999 (Accademia Militare di Modena) recuperando così la sequenza numerica corretta. Attenzione però al bollettino 19/1999 dove, accanto al numero, è stampato un asterisco che rimanda ad una nota che chiarisce che “l’emissione programmata per il 2 agosto è rinviata”, motivando in tal modo l’anticipo del bollettino rispetto alla emissione dei valori che saranno posti in circolazione solo il 18 ottobre.
Il nuovo millennio sembra iniziare senza intoppi, se non ché, dopo l’emissione per il 17° campionato di tiro con l’arco emesso il giorno 8 luglio (bollettino n°26/2000), ecco comparire un nuovo n°12 in corrispondenza dei campionati mondiali di ciclismo su pista juniores, francobollo emesso il 31 luglio. Il precedente bollettino con lo stesso numero era uscito in relazione all’emissione del 14 aprile dedicata all’Unione Ciclistica Internazionale per il centenario. Dopo il n° 12 duplicato, si salta il n° 27 e si riprende regolarmente con il bollettino n° 28/2000 dedicato a Carlo Crivelli (8 agosto).
Come ti conservo
Due parole desidero spenderle anche per affrontare il tema della conservabilità, all’interno del nostro apparato collezionistico, dei bollettini illustrativi. Un tema sovente oggetto di dibattito nei forum specializzati, alimentato dal fatto che, a differenza del puro reperto filatelico ove si accetta che la spesa di fogli d’album dedicati sia superiore al valore dello stesso francobollo, per i bollettini illustrativi si fatica ad accettare di fare investimenti massivi. Una riluttanza comprensibile, in linea con quanto ho scritto aprendo il mio primo post su questo argomento e accentuata da una minore fragilità del bollettino rispetto al francobollo, più simile ad un libro nelle logiche di preservarne integrità e qualità nell’unità di tempo.
Tutti i maggiori produttori offrono a catalogo
gradevoli raccoglitori, generalmente a quattro anelli.
gradevoli raccoglitori, generalmente a quattro anelli.
Ora, a favore dei produttori di accessori filatelici, è giusto
rammentare che un po’ tutti offrono a catalogo gradevoli raccoglitori,
generalmente a quattro anelli, che, adeguandosi al formato di stampa del
bollettino, producono anche le relative buste trasparenti, prive di
plastificanti. Su quest’ultima specifica tecnologica vorrei soffermarmi,
perché è in essa che si annida la differenza, o forse sarebbe meglio
dire si annidava, coniugando al passato.
Fino a qualche anno fa, infatti, uno dei materiali plastici maggiormente utilizzato per produrre buste di archivio era rappresentato dal PVC, acronimo di cloruro di polivinile (o polivinilcloruro): un polimero del cloruro di vinile alias una termoplastica. È il polimero più importante della serie ottenuta da monomeri vinilici resta una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo. Puro, è un materiale rigido. Questo è il principale problema perché per poter produrre buste flessibili deve essere miscelato con dei plastificanti. Questi ultimi, prevalentemente ftalati, sono prodotti chimici complessi a bassa tensione di vapore, insolubili nei liquidi e chimicamente stabili, che si inseriscono tra le catene molecolari riducendone le forze di attrazione fisica e aumentandone la mobilità e dunque la flessibilità e la plasticità. Chi non ricorda quel bell’odore pungente di plastica che emanavano tali buste?
I primi a porsi il problema della “nocività” dei gasi emanati dai plastificanti impiegati nella lavorazione del PVC furono i conservatori dei grandi musei o degli archivi nazionali, in modo particolare dovendo affrontare il tema della conservazione di emulsioni fotografiche e di diapositive. Essi decisero di adottare un altro polimero termoplastico incolore ed inodore avente un peso specifico di 0,90-0,91 gr/cm3: il polipropilene. Il polipropilene (abbreviato PP) é il materiale più usato negli U.S.A. e nel Nord Europa per la conservazione e l'archiviazione date le sue caratteristiche che permettono una lunga conservazione nel tempo di diapositive, trasparenze, negativi, fotografie, documenti e stampe.
La nascita industriale del polipropilene isotattico è da ricercarsi nel 1957, quando la Montecatini produsse per la prima volta tale materiale mediante il processo di polimerizzazione stereospecifica scoperto e messo a punto da Giulio Natta che riceverà il premio Nobel nel 1963 per la chimica insieme al suo collega Ziegler per tale scoperta, che prenderà il nome di “Polimerizzazione di Ziegler-Natta”; tale reazione è stata una pietra miliare per l’evoluzione della chimica della plastica. Il Polipropilene sarà prodotto industrialmente dal 1957 col marchio “Moplen” registrato dalla Montedison fino al 1983 e poi dalla Himont S.p.a, rivoluzionando le case di tutto il mondo ma entrando soprattutto nella mitologia italiana del “boom economico”.
Fino a qualche anno fa, infatti, uno dei materiali plastici maggiormente utilizzato per produrre buste di archivio era rappresentato dal PVC, acronimo di cloruro di polivinile (o polivinilcloruro): un polimero del cloruro di vinile alias una termoplastica. È il polimero più importante della serie ottenuta da monomeri vinilici resta una delle materie plastiche di maggior consumo al mondo. Puro, è un materiale rigido. Questo è il principale problema perché per poter produrre buste flessibili deve essere miscelato con dei plastificanti. Questi ultimi, prevalentemente ftalati, sono prodotti chimici complessi a bassa tensione di vapore, insolubili nei liquidi e chimicamente stabili, che si inseriscono tra le catene molecolari riducendone le forze di attrazione fisica e aumentandone la mobilità e dunque la flessibilità e la plasticità. Chi non ricorda quel bell’odore pungente di plastica che emanavano tali buste?
I primi a porsi il problema della “nocività” dei gasi emanati dai plastificanti impiegati nella lavorazione del PVC furono i conservatori dei grandi musei o degli archivi nazionali, in modo particolare dovendo affrontare il tema della conservazione di emulsioni fotografiche e di diapositive. Essi decisero di adottare un altro polimero termoplastico incolore ed inodore avente un peso specifico di 0,90-0,91 gr/cm3: il polipropilene. Il polipropilene (abbreviato PP) é il materiale più usato negli U.S.A. e nel Nord Europa per la conservazione e l'archiviazione date le sue caratteristiche che permettono una lunga conservazione nel tempo di diapositive, trasparenze, negativi, fotografie, documenti e stampe.
La nascita industriale del polipropilene isotattico è da ricercarsi nel 1957, quando la Montecatini produsse per la prima volta tale materiale mediante il processo di polimerizzazione stereospecifica scoperto e messo a punto da Giulio Natta che riceverà il premio Nobel nel 1963 per la chimica insieme al suo collega Ziegler per tale scoperta, che prenderà il nome di “Polimerizzazione di Ziegler-Natta”; tale reazione è stata una pietra miliare per l’evoluzione della chimica della plastica. Il Polipropilene sarà prodotto industrialmente dal 1957 col marchio “Moplen” registrato dalla Montedison fino al 1983 e poi dalla Himont S.p.a, rivoluzionando le case di tutto il mondo ma entrando soprattutto nella mitologia italiana del “boom economico”.
Per la conservazione dei miei bollettini:
buste A4 in polipropilene
in cui ho inserito quale divisorio un foglio Rima Luce Favini 170 grammi colore bianco
in cui ho inserito quale divisorio un foglio Rima Luce Favini 170 grammi colore bianco
È il primo polimero prodotto
industrialmente nel mondo e, grazie ad i miglioramenti in fase di
lavorazione, con impiego di alte temperature, è oggi prodotto anche in
pezzi sottili che sono in grado di avere alta resistenza alla flessione e
durabilità. Fisiologicamente si presenta innocuo, pertanto è
particolarmente adatto a impieghi nei settori alimentare e farmaceutico.
Il processo di lavorazione più utilizzato per questo tipo di polimero è
lo stampaggio a iniezione.
Fatta l’indispensabile premessa tecnica, passo all’aspetto pratico: ho ritenuto di ricorrere a tale materiale per la conservazione dei miei bollettini, collocando gli stessi in buste A4 in polipropilene in cui ho inserito quale divisorio un foglio Rima Luce Favini 170 grammi colore bianco (cloro free, acid free e ph neutro), quest’ultimo con un duplice obiettivo: dare maggiore rigidità alla busta, essendo il formato A4 superiore a quello di un bollettino illustrativo, e dividere la busta in due potendo cosi collocare un bollettino su un lato ed il secondo sull’altro. Le buste così allestite sono state collocate in raccoglitori A4 con relativa custodia, ad assicurare massima protezione da luce e polvere. Non volendomi fare mancare nulla ho provveduto ad editare e stampare il dorso di ogni cartella, in modo da identificarne rapidamente il contenuto. Di corredo ad ogni raccoglitore due facciate di supporto didascalico.
Fatta l’indispensabile premessa tecnica, passo all’aspetto pratico: ho ritenuto di ricorrere a tale materiale per la conservazione dei miei bollettini, collocando gli stessi in buste A4 in polipropilene in cui ho inserito quale divisorio un foglio Rima Luce Favini 170 grammi colore bianco (cloro free, acid free e ph neutro), quest’ultimo con un duplice obiettivo: dare maggiore rigidità alla busta, essendo il formato A4 superiore a quello di un bollettino illustrativo, e dividere la busta in due potendo cosi collocare un bollettino su un lato ed il secondo sull’altro. Le buste così allestite sono state collocate in raccoglitori A4 con relativa custodia, ad assicurare massima protezione da luce e polvere. Non volendomi fare mancare nulla ho provveduto ad editare e stampare il dorso di ogni cartella, in modo da identificarne rapidamente il contenuto. Di corredo ad ogni raccoglitore due facciate di supporto didascalico.
e per finire... Babbo Natale
Leggendo quanto scritto in letteratura, ma soprattutto sfogliando i
bollettini che sono entrati a far parte del mio percorso
collezionistico, una cosa mi ha colpito: l’incredibile numero di
autorevoli firme che si sono avvicendate ad illustrare un’emissione,
piuttosto che un’altra. Non solo i politici o gli amministratori di
turno, ma anche cattedratici, artisti, scienziati, giornalisti,
scrittori e divulgatori, uomini e donne di cultura che hanno lasciato un
segno nella storia del nostro Paese.
Mai però avrei pensato che anche Babbo Natale ambisse ad avere un ruolo nella storia dei bollettini illustrativi. Sì! Proprio lui, Babbo Natale, all’anagrafe tal Armando Narciso. Ne ha parlato il giornalista Claudio Baccarin tra le pagine de "L’Arte del francobollo", ma ancor meglio è il bollettino n° 37/1996 che racconta di come l’uomo in rosso, quello che la notte di Natale vaga di camino in camino con la sua slitta ricolma di doni trainata dalle renne è un italiano. Anzi è di Napoli ed è un pensionato delle Ferrovie dello Stato. Un bel giorno, negli scomodi vestiti del simbolo del Natale a favore dei nipotini, ebbe un’idea genialmente partenopea: depositare il marchio con la figura e la scritta “Babbo Natale”, idea semplice cui nessuno aveva ancora pensato. L’incredibile è che ottiene registrazione e relativo copyright e, per non farsi mancare nulla, apre pure una casella postale in quel di Napoli in cui tutti i bambini possono indirizzare le loro lettere. Riconosciuto anche dalla Fondazione della Groenlandia come il Babbo Natale d' Italia, Armando Narciso ogni anno partecipa all'incontro internazionale che si tiene a Copenaghen, la capitale della Danimarca. Un "vertice" mondiale in cui centoventi Babbi Natale si conoscono e si scambiano le esperienze.
Mai però avrei pensato che anche Babbo Natale ambisse ad avere un ruolo nella storia dei bollettini illustrativi. Sì! Proprio lui, Babbo Natale, all’anagrafe tal Armando Narciso. Ne ha parlato il giornalista Claudio Baccarin tra le pagine de "L’Arte del francobollo", ma ancor meglio è il bollettino n° 37/1996 che racconta di come l’uomo in rosso, quello che la notte di Natale vaga di camino in camino con la sua slitta ricolma di doni trainata dalle renne è un italiano. Anzi è di Napoli ed è un pensionato delle Ferrovie dello Stato. Un bel giorno, negli scomodi vestiti del simbolo del Natale a favore dei nipotini, ebbe un’idea genialmente partenopea: depositare il marchio con la figura e la scritta “Babbo Natale”, idea semplice cui nessuno aveva ancora pensato. L’incredibile è che ottiene registrazione e relativo copyright e, per non farsi mancare nulla, apre pure una casella postale in quel di Napoli in cui tutti i bambini possono indirizzare le loro lettere. Riconosciuto anche dalla Fondazione della Groenlandia come il Babbo Natale d' Italia, Armando Narciso ogni anno partecipa all'incontro internazionale che si tiene a Copenaghen, la capitale della Danimarca. Un "vertice" mondiale in cui centoventi Babbi Natale si conoscono e si scambiano le esperienze.
Mai però avrei pensato che anche Babbo Natale ambisse
ad avere un ruolo nella storia dei bollettini illustrativi.
ad avere un ruolo nella storia dei bollettini illustrativi.
Accade ora che, con l’emissione natalizia del 1996 le italiche Poste decidano di predisporre un francobollo con tanto di relativo “annullo primo giorno” dedicato al magico babbo in rosso e per farlo devono chiedere il permesso di utilizzare la "sua immagine" proprio ad Armando. «Accettai con piacere e gratuitamente», risponde Narciso ad una intervista, «ma a tre condizioni: che mi dessero quattromila cartoncini da distribuire fra i bambini di Napoli che mi dovevano mandare le loro letterine. Di scrivere io il testo che accompagnava il francobollo (di fatto il testo sarà firmato da Elvira Mafia, amministratrice delegata della Napoletana Servizi snc, società creata per gestire il marchio) e soprattutto, da buon napoletano, chiesi che il timbro dell'annullo fosse quello della filiale di Napoli». Così andò.
Tutto ciò scatenò però le ire della Lega Nord per l’indipendenza della
Padania, con tanto di interrogazione parlamentare datata 3 dicembre,
dell’Onorevole Mario Borghezio:
Ai Ministri delle poste e telecomunicazioni e dell'industria, commercio e artigianato. - Per sapere - premesso che: a quanto risulta all'interrogante, l'annullo filatelico "primo giorno" - il bollo speciale che le poste italiane concedono per indicare ufficialmente luogo e data di nascita di un francobollo - per il francobollo celebrativo del Natale 1996, raffigurante babbo Natale, e' stato ottenibile solo a Napoli; per quanto si ritenga generalmente che la tradizione di babbo Natale sia riconducibile alla mitologia "nordica", le poste italiane avrebbero dovuto sottostare ad un vero e proprio diktat che le ha costrette alla scelta di "lanciare" da Napoli il detto francobollo, in quanto fin dal 1991 tale Armando Narciso, pensionato napoletano delle Ferrovie di Stato, avrebbe ottenuto dal Ministero dell'industria e del commercio di brevettare l'immagine di babbo Natale nel tradizionale costume rosso e la stessa leggenda "Babbo Natale"; le poste italiane avrebbero scelto, anziché di rifare il francobollo natalizio, di addivenire ad un accordo con la società creata appositamente dal citato signor Armando Narciso, la Napoletana servizi snc, in base al quale le poste italiane avrebbero concesso alla società titolare del brevetto sia il "primo giorno" a Napoli, sia l'allestimento di uno stand promozionale nell'atrio della posta centrale, sia la stampa di alcune migliaia di cartoline con cui il signor Armando Narciso risponderà ai bimbi che scriveranno a babbo Natale, sia infine il privilegio di firmare il testo del bollettino illustrativo -: se quanto sopra esposto corrisponda al vero; se, dato il precedente, risulti che siano allo studio iniziative analoghe con oggetto altri personaggi cari alla tradizione natalizia. (4-05808).
Siparietto finale a degna conclusione di questa mia ennesima, quanto
lunga ed articolata divagazione filatelica, per testimoniare che i bollettini illustrativi racchiudono la storia dei francobolli che gelosamente raccogliamo e custodiamo nei nostri album.
I tre post dedicati ai bollettini illustrativi
➤ Figli di un dio minore... atto primo
➤ Figli di un dio minore... atto secondo
➤ Figli di un dio minore... atto terzo
I tre post dedicati ai bollettini illustrativi
➤ Figli di un dio minore... atto primo
➤ Figli di un dio minore... atto secondo
➤ Figli di un dio minore... atto terzo
Bibliografia essenziale
- Marcello Manelli, La nuova veste dei bollettini illustrativi, QuiFilatelia, n° 91 gennaio - marzo 2018;
- Claudio Baccarin, L’illustrazione dei bollettini illustrativi, L’Arte del Francobollo, n°12 marzo 2012;
- Franco Filanci, Dizionario di storia postale, Cronaca Filatelica Speciale n°2, settembre ottobre 1997;
- Danilo Bogoni, L'Italia all'ONU in tre dimensioni: francobolli, buste e occhialini, Il Postalista, consultato il 31/07/2019
- Giandri, Il gronchi rosa, Giandri sito Internet, consultato il 07/08/2019;
- Danilo Bogoni, Franco Filanci, Europa 50 una storia dentellata, 2007, Poste Italiane;
- AA.VV., Le prime novità dell’anno, VaccariNews 14 gennaio 2016, consultato 06/08/2019;
- AA.VV., Bollettini, si ritorna al passato?, VaccariNews 15 gennaio 2018, consultato 04/08/2019;
- Poste Italiane, I nuovi bollettini illustrativi e tessere filateliche, comunicato stampa, 2016.
- Marcello Manelli, segnalazioni varietà, L'Odontometro, n°97 Ottobre-Dicembre 2018;
- Annalisa Lualdi, Babbo Natale abita a Quarto e ha un sogno, la Repubblica, 23 dicembre 2004;
- AA.VV., Bollettini tra novità e scoperte, VaccariNews 31 gennaio 2019, consultato 01/08/2019:
- AA.VV., Mezzo secolo di validità permanente, VaccariNews 1 gennaio 2017, consultato 03/08/2019:
- AA.VV., Restano le buste viaggiate e l’incoerenza del bollettino, VaccariNews 10 dicembre 2017, consultato 03/08/2019.
- AA.VV., Mezzo secolo fa la validità permanente, VaccariNews 1 gennaio 2017, consultato 03/08/2019.