Vaticano: un nuovo itinerario filatelico (parte seconda)

Articolo originariamente pubblicato il 13 febbraio 2018
Rieditato per questo sito il 13 settembre 2021 


Necessario proseguo a quanto raccontavo nella prima parte di questo mio capitolo collezionistico, questo post prende spunto dall'inaugurazione di quella che per me è una nuova sala espositiva nel mio virtuale "museo" filatelico, espressione digitale della mia collezione in solido. Una nuova sala dedicata alle emissioni della Città del Vaticano, piccolo esordio nella mia area italiana di cui ho spesso accennato in questo blog.

Per completezza informativa, a chiudere una piccola parentesi iniziata con la simbologia del potere temporale e religioso del papato, rappresentata dalle chiavi decussate, apro questa seconda puntata accennando all'altro elemento figurativo, spesso presente sui francobolli della Santa Sede: la tiara. Quest'ultima altro non è che un copricapo, una foggia che in fondo molto ricorda quella dei re metà uomini e metà Dei dell'Antico Egitto e che rappresentava per il Faraone certamente il simbolo di un potere terreno, ma anche quello di una forza soprannaturale che si elevava verso il cielo. A distanza di cinquemila anni poco è mutato nella simbologia, tant'é che per il mondo cattolico la tiara, composta da tre corone sovrapposte, rappresenta la Chiesa militante, sofferente e trionfante e con essa i tre poteri del Papa: padre dei re, rettore del mondo e Vicario di Cristo.

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Per chi è partito da questo post, anziché dal precedente, ribadisco che non è mia intenzione fare di questo intervento un trattato sulla filatelia vaticana. Per il metodo seguito nella creazione e nello sviluppo di questa mia sezione esordiente, voglio solo condividere le fasi di questo mio nuovo itinerario dentellato, offrendo così ad altri esordienti spunti e strumenti per lavorare su un percorso espositivo, così come da sempre l'ho concepito e raccontato in questo blog per l'intera mia collezione.

Nella puntata precedente ho definito il mio programma di lavoro per la costruzione espositiva in sei passaggi chiave: acquisizione, selezione, studio, progetto, esposizione, digitalizzazione. Dei primi tre ho cercato di offrire un'esaustiva sintesi, sia per ciò che riguarda la parte pratica, ma anche e soprattutto sottolineando quegli elementi, talvolta apparentemente banali, che nell'insieme di un progetto ne determinano però la buona riuscita o meno.

A seguire cercherò di condividere, anche con qualche tecnicismo, le successive fasi.


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Step 4
La fase definita di progetto è, di fatto, anche quella più complessa ed articolata tecnicamente, poiché coincide con la realizzazione di quanto era emerso nella fase precedente, quella di studio. Ai più potrà apparire un poco maniacale questo mio modo di procedere, ma l'esperienza maturata al momento mi ha dato ragione e, per ora, non ho motivo di allontanarmi dal sentiero battuto. Prima di tutto, lo ripeto, per quei fogli che presentano alcune lievi tracce di "sporco" sarà sufficiente passare molto delicatamente con una gomma morbida e pulita sulla parte che presenta ombre o leggere impronte, senza esercitare però un'azione eccessivamente abrasiva che andrebbe a peggiorare la situazione, ed avendo cura di non lasciare mai frammenti gomma tra le pagine.

4.1 Trattamento dei fogli di album con ozono

Nella fase di acquisizione ho raccontato di aver acquistato in diversi momenti insiemi di francobolli già montati su fogli Marini nella versione classica. Si trattava di fogli che, pur essendo in ottimo stato, erano comunque usati e per i quali non mi era dato di sapere quali modalità di conservazione li avesse coinvolti. La permanenza in luoghi non idonei o con tracce di umidità rischia sovente di creare micro alterazioni sulla superficie della carta. Allo scopo di scongiurare presenze di batteri o micromuffe sul supporto di cellulosa ho adottato un metodo che utilizza l'ozono come elemento decontaminante. 

Non è una novità, l'ozono è già stato impiegato anche nel restauro di libri antichi contro imbrunimenti o alterazioni patologiche della carta. L'ozono (O3) è un gas instabile composto da tre atomi di ossigeno Si forma sottoponendo atmosfere contenenti ossigeno molecolare (O2) a somministrazione di energia, in forma di scarica elettrica o attraverso l'effetto Corona, raggi ultravioletti o reazione chimica. In natura, l'ozono è spontaneamente prodotto nella stratosfera grazie alla radiazione ultravioletta, nell'atmosfera in seguito alle scariche elettriche generate dai fulmini; la produzione artificiale di ozono è condotta sottoponendo atmosfere secche contenenti l'ossigeno gassoso, molecolare, a scariche elettriche o ad effluvio.  

L'ozono è un agente ossidante, il cui potenziale di ossidazione (redox) è inferiore solamente a quello del fluoro. Rispetto all'ossigeno mostra un'elevata reattività in fase di reazione e basse energie di attivazione per reazioni eterogenee. Ha un forte potere ossidante direttamente sulla superficie dei metalli nobili e non, quali argento, piombo, rame, e dei metalloidi quali lo zolfo. Nei confronti delle sostanze organiche agisce rapidamente dando luogo a numerose reazioni chimiche. Particolare è la reattività rispetto al doppio legame C=C delle sostanze organiche insature, reazione che è comunemente definita ozonolisi. Non lasciando alcun residuo chimico, l'ozono è assolutamente ecologico. 

Attivo per la disinfezione dell’acqua e dell’aria, ha una fortissima attività sui batteri, virus, muffe e funghi ed è conosciuto da molto tempo; il primo brevetto sulla produzione di ozono risale al 1895. Esso esplica la sua azione di eliminazione di microrganismi e di odori, per ossidazione perdendo un atomo di ossigeno e tornando ad essere ossigeno (O2) in circa 20 minuti. Quando l’ozono viene in contatto con una materia organica avviene una reazione di ossidazione. In altre parole, i batteri, virus, muffe, ma anche le molecole chimiche che sono percepite come odori, sono ossidati, ed in conseguenza sono disattivati. Pertanto, i microrganismi “viventi” sono uccisi. Visto che l’ozono è un gas più pesante dell’aria, penetra in profondità tra le fibre dei tessuti, proprio là dove si annidano i microrganismi espletando la propria azione con grande efficacia ed in profondità.


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Per questo procedimento uso un normale ozonatore domestico. Ogni strumento ha le sue caratteristiche tecniche, in modo particolare è importante il valore relativo all'uscita di ozono e la produzione di gas per minuto. I manuali generalmente riportano tempi e metodi, ad esempio per la disinfezione delle cose all'interno di cassetti ed armadi sono indicati tempi che oscillano da 2 a 4 minuti.

Una volta tolti i francobolli dai fogli che intendo trattare, avendo cura di ripore questi ultimi in sequenza in fogli di riparo, inserisco l'insieme all'interno di uno scatolone piuttosto grande. Introduco il tubo in uscita dall'ozonatore nello scatolone ed attivo lo strumento per un tempo massimo di 2 minuti. Non è necessario sigillare lo scatolone. Dopo il trattamento attendo una ventina di minuti, tempo in cui l'ozono si ritrasforma in ossigeno, prima di aprire lo scatolone ed estrarre i fogli. Inserisco di nuovo i francobolli il giorno seguente.

Sono consapevole che tale trattamento sia frutto di una mia personale maniacalità e ribadisco che la sua applicazione la riservo solo a quei fogli che mostrano i segni del tempo, pur essendo in eccellente stato. Dico ciò perché nulla vieta di saltare in toto questo passaggio e passare allo step successivo, quello della realizzazione di schede storiche introduttive relative ai pontefici coinvolti nel periodo delle emissioni.


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A questo punto possiamo procedere con un'altra importante attività che riguarda direttamente i fogli che ospitano i nostri francobolli. In una delle fasi precedenti avevamo annotato eventuali fogli che richiedevano piccoli interventi di restauro. Di solito si tratta di taschine o monolembi che si sono staccati o stanno per farlo. Prima di tutto si deve rimuovere, con la massima delicatezza eventuali frammenti non ancora staccatisi completamente dalla carta. A questo punto si può procedere all'applicazione di un nuovo lembo o di una taschina (ne esistono veramente tante varianti in commercio).

Per facilitare il posizionamento sul foglio ho adottato questo sistema, più volte descritto: sopra un vassoio piatto colloco una spugna umida, con una pinzetta vi depongo la parte gommata della striscia opportunamente dimensionata e premo leggermente, la sollevo poi sempre con la pinzetta ed aiutandomi con la pressione di un dito la colloco con precisione sul foglio. Una volta fatta aderire la striscia pongo il foglio tra due strati di carta assorbente che avrò cura di collocare tra due pesi (due volumi enciclopedici vanno benissimo). In sequenza: assorbente, foglio album, assorbente, foglio album e via a seguire. Questa fase assicura l'assorbimento dell'umidità in eccesso prodotta dall'adesivo delle strisce ed evita possibili ondulazioni della carta. I fogli così pressati devono riposare almeno un paio di giorni prima di essere collocati nell'album con i francobolli.

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4.2 Realizzazione di schede storiche introduttive relative ai pontefici coinvolti
L'obiettivo principale è quello di strutturare un percorso espositivo, anche se lo stesso si sviluppa all'interno di un album filatelico, che in termini estetici risulti il più armonioso possibile ed in linea con i canoni grafici di quanto è già contenuto al suo interno. Per fare ciò ho preso come punto di riferimento i fogli dell'almanacco Marini, già presenti in buona parte dell'insieme da me raccolto. Con un lavoro certosino, ma che una volta impostato è fatto per l'intera sezione su cui si lavora, ho ricreato una gabbia grafica che riprendesse alcuni elementi caratterizzanti la pagina: i righelli orizzontali e verticali, le diciture di fondo pagina e quelle laterali alla foratura. Ho mantenuto una impostazione a due colonne, tipica degli editoriali Marini per il proprio almanacco.

Definita la gabbia grafica di base, ho poi elaborato i testi e le immagini, così come li avevo definiti in quello step dedicato allo studio, già raccontato nel precedente post. Nella logica di un equilibrio tra sintesi e racconto ho optato per una introduzione al Pontefice di due o quattro facciate e di alcuni inserti di una pagina (due facciate) da inserire nel corso del pontificato, ove fatti ed avvenimenti di grande rilievo si offrissero come spunto per un approfondimento.

Detto questo, terminata la verifica dei testi atta a ridurre il più possibile refusi ed errori di battitura, ho provveduto alla stampa. Io ho fatto ricorso ad una stampante per ampio formato (oggi i costi si sono decisamente abbassati), potendo così utilizzare fogli a 22 fori bianchi grammatura 200. Per maggiori dettagli sulle opzioni di stampa e su eventuali differenti formati pagina è possibile consultare la pagina dedicata all'accomodatore.

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3. La realizzazione dei fogli di almanacco per quelle annate in cui essi non erano presenti.

L'immagine sopra mostra l'efficacia della attenta operazione di clonazione della struttura grafica dei fogli di almanacco originali (sopra) rispetto a quello che pazientemente ho creato (sotto). Tale operazione si è resa necessaria per due precisi motivi: il primo è per colmare l'assenza di tale prodotto editoriale filatelico per i periodi precedenti la sua messa in produzione, la seconda è per integrare quelle annate che, per come era stato acquistato in asta il lotto, erano prive di tale supporto didascalico, purtroppo non colmabile con un possibile acquisto separato, poiché l'azienda produttrice non distribuisce tale apparato di supporto se non comprato congiuntamente ai fogli per i valori. A questo punto altro non restava da fare che arrangiarsi. 

Per la realizzazione, non dissimile dalla metodologia seguita per altre sezioni della mia collezione (vedi post "La metamorfosi: tutto si trasforma"), ho seguito le stesse modalità già descritte al precedente passaggio relativo alle schede storiche dei pontefici. 

Quello che voglio però fare notare, al di là delle finezze grafiche per le quali la pratica vien con l'esperienza, è che anche nei contenuti si può veramente essere efficaci, fermo restando una buona determinazione nella fase di studio dei reperti filatelici che fanno parte della nostra collezione e che sempre hanno qualcosa da raccontare ed insegnare. A seguire vi mostro un esempio del testo da me realizzato per l'emissione del 1971 dedicata alla Sacra Famiglia. Unificato N. 504/508:

  • Nella dottrina cristiana la Sacra Famiglia è da sempre ritenuta un modello fondante della famiglia umana. I legami di affetto, di amore, di comprensione che le famiglie sono chiamate a rinnovare continuamente. sono particolarmente espressi e vissuti nella Sacra Famiglia. Per questa serie di cinque francobolli ci si affida all'arte per celebrare quella speciale Famiglia che ha accolto Gesù. La “Madonna con bambino” che appare sul valore da 25 Lire è tratta da un'opera di Francesco di Cecco Ghissi, pittore originario di Fabriano, documentato dal 1345 al 1374 e di cui non è ben conosciuta la data di nascita. Nello stile classico della sua visione di una Maria che allatta, il bozzetto molto ricorda “Madonna dell'Umiltà” conservata nella Pinacoteca Vaticana. Il Sassetta, soprannome di tal Stefano di Giovanni di Consolo, artista senese vissuto nella prima metà del 1400, ispira il bozzetto dentellato da 40 Lire. Si tratta di una dolcissima Madonna con bambino dove, come una tenera madre, Maria sfiora i piedi del piccolo. Diversi i dipinti del Sassetta che mostrano questo approccio stilistico, alcuni dei quali in cui la Vergine e osservata da angeli in volo. Il francobollo da 55 Lire rappresenta ancora una bella Madonna con bambino, opera di tal Carlo Crivelli. Originario di Venezia, si formò a Padova e in seguito lavorò soprattutto nel sud delle Marche, diventando il più importante artista attivo sul bacino dell'Adriatico esclusa la Laguna veneta. Influenzato in gioventù da Donatello, la sua arte restò sempre in bilico da un lato con le novità prospettiche, l'intenso espressionismo, ed un disegno incisivo, dall'altro con un pomposo decorativismo di matrice tardogotica, fatto di marmi screziati, tessuti preziosi, frutti e animali, arabeschi dorati e spesso applicazioni in pastiglia. L'immagine del francobollo è tratta da un dipinto a tempera e oro su tavola datato 1482 e conservato nella Pinacoteca Vaticana a Roma. La pala è probabilmente la parte centrale di un polittico del quale si ignorano altri scomparti. Quarta Madonna con bambino per il valore da 90 Lire, tratta da un dipinto di Carlo Maratta, figura centrale della pittura romana ed italiana della seconda metà del Seicento. Anche quest'opera è conservata nella Pinacoteca Vaticana. Per l'ultimo francobollo della serie, quello con valore da 180 Lire, si riscopre una “Famiglia di Nazareth” al completo, particolare di un bel mosaico del pittore Gisberto Ceracchini, artista vissuto nella prima metà del 1900.

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A questo punto tutto il materiale della mia nuova sezione vaticana era pronto per essere riassemblato secondo il mio stile ed il mio pensiero. Il quinto passaggio consiste infatti nella ricollocazione dei valori ove questi erano stati rimossi, per consentire trattamenti o restauri dei fogli, e nell'inserimento delle schede storiche, così come dei fogli di almanacco, ove non presenti, nell'impianto così come acquistato. 

Per l'ultimo passaggio, quello della digitalizzazione, ovvero quella magia che ci consente di fare di ogni album una sorta di sala ideale del nostro museo filatelico virtuale, vi rimando al dettagliato intervento già pubblicato in questo blog dal titolo "la guida".

Con l'augurio di aver offerto qualche spunto e suggerimento creativo, l'invito è sempre quello di una visita virtuale alla mia collezione.