Vaticano: un nuovo itinerario filatelico (parte prima)

Articolo originariamente pubblicato il 12 febbraio 2018
Rieditato per questo sito il 13 settembre 2021 


Inaugurare una nuova sala espositiva nel mio virtuale "museo" filatelico è certamente motivo di una certa emozione. Per aprire la porta che introduce a questa nuova sezione della mia collezione userò una chiave molto particolare. Ancor meglio: una coppia di chiavi! Apriporta che da millenni hanno rappresentato il simbolo di un potere dove la politica e la spiritualità si sono sovente intrecciate determinando la sorte di re ed imperatori, scatenando guerre e scismi o unendo, al di sopra di meri interessi terreni, popoli e genti diverse. Sto parlando delle chiavi decussate che, insieme alla tiara, fin dal XIV secolo hanno incarnato simbolicamente il mandato attribuito a Pietro ed alla cristianità. Decussate è sinonimo di incrociate. I loro congegni sono rivolti in alto, guardano cioè verso il cielo, mentre le impugnature puntano alla terra, poste nelle mani del Vicario di Cristo, unite da cordoni infiocchettati ad esprimere l'unione tra il potere temporale e quello spirituale. 

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Per chi ancora non lo avesse capito, sto parlando di una piccola nazione teocratica posta nel cuore dell'Europa: la Città del Vaticano. Nello Stato Pontificio i francobolli furono introdotti con un editto del 29 novembre 1851 del cardinale Segretario di Stato Giacomo Antonelli e con un successivo decreto del Ministero delle Finanze del 19 dicembre 1851, dal titolo "Regolamento per l'applicazione dei bolli franchi alla corrispondenza postale". Entrarono in uso ufficialmente il primo giorno del 1852 e, prima della presa di Porta Pia, stampati dai macchinari della Reverenda Tipografia Apostolica. Di fatto stiamo discutendo ciò che, filatelicamente parlando, rientra nel novero degli Antichi Stati preunitari, perché la storia filatelica della Città del Vaticano, in quanto tale, inizia solamente nel 1929.

Con la conquista italiana di Roma, avvenuta nel settembre del 1870, la Santa Sede, pur mantenendo un'identità internazionale ed un ruolo riconosciuto di "potenza sovrana", non ebbe più una sua espressione territoriale. L'Italia, tuttavia, garantì al Pontefice alcuni privilegi, di fatto mai accettati dal Papa. Solo grazie ai Patti Lateranensi, sottoscritti nel febbraio 1929 tra la Santa Sede ed il Governo fascista di Mussolini, il Vaticano tornò ad essere uno Stato in solido. Dal 1° agosto 1929 entrò in vigore la Convenzione postale che permise a Papa Pio XI di emettere francobolli. La serie della conciliazione, la prima, emessa nell'agosto del 1929, ha come soggetto proprio la tiara e le famose chiavi decussate.

Lungi da me l'idea di fare di questo post un trattato sulla filatelia vaticana. Resta il fatto che ho creduto, per il metodo seguito nella creazione e nello sviluppo di questa mia sezione esordiente, che possa tornare utile raccontarne le fasi, offrendo così ad altri esordienti spunti e strumenti per lavorare su un percorso espositivo, così come da sempre l'ho concepito e raccontato in questo blog per l'intera mia collezione.

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L'inizio: la filatelia vaticana, pur essendo da sempre un prezioso filone dell'area italiana, non rientrava originariamente nei miei progetti collezionistici. Ma, si sa, le cose non accadono mai per caso. Un paio di anni fa, ad un'asta filatelica, acquistai, per conto di un amico che me lo aveva chiesto, un lotto comprendente le emissioni dal 1958 al 1995. Il lotto andò invenduto e la base d'asta era davvero di quelle irrinunciabili. Si trattava dei francobolli vaticani del periodo, montati su fogli Marini King della versione "classica", dotati di almanacco filatelico a partire dal 1981 e compressi in due cartelle in buone condizioni, ma spaiate in quanto a colore e modello. Entro nel dettaglio volutamente, quanto al fine di illustrare, nel proseguo del post la metodologia di allestimento e di integrazione. 

Fatto sta che l'amico, per problemi familiari, la cui valenza andava ben oltre gli impegni e le passioni collezionistiche, si trovò nelle condizioni di non poter "onorare" l'acquisto fatto in sua vece. I francobolli restarono quindi nei miei "sotterranei segreti", chiusi nel baule dell'oblio. Un pò come quelle tonnellate di reperti archeologici od artistici che giacciono, quasi dimenticate, nei depositi dei nostri musei. Reperti che, da soli, se classificati e ben esposti, potrebbero dare vita a straordinari percorsi espostivi, talvolta unici nel loro genere. 

Tutto ciò fino a qualche mese fa, un po’ come accadde per la mia sezione repubblicana "viaggiata", fino al momento in cui, recuperando un poco di tempo per "scendere" nei sotterranei del museo, ho nuovamente rivisto quelle due cartelle che odoravano di santità. Da qui l'idea di tentare di dare a quel primo insieme una struttura che rappresentasse un punto di partenza per una nuova avventura dentellata.

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Ho quindi definito un programma d'intervento suddiviso in sei passaggi: una prima fase nella quale valutare il materiale già in archivio e pianificare un piano di acquisti e/o di scambi che mi consentisse di dare maggiore spessore all'insieme, al punto da renderlo idoneo a raccontare una storia e quindi degno di entrare a pieno titolo nel mio percorso collezionistico. Con tutto il materiale raccolto è stato quindi possibile iniziare il secondo step, ovvero verificare con maggiore attenzione lo stato dei francobolli, valutare eventuali sostituzioni ove, per l'eventuale sovrapposizione di alcuni periodi o per la presenza di spezzature d'archivio, si offrisse la possibilità di migliorare la qualità. 

Un terso passaggio, forse quello più divertente, è consistito nella fase di studio e di approfondimento. Fase assolutamente indispensabile e propedeutica allo step numero quattro: il progetto del percorso espositivo e quindi di conseguenza il restauro di fogli, le integrazioni di nuove pagine e la realizzazione delle stesse (passaggio cinque). A conclusione del tutto l'ultimo step, quello relativo alla digitalizzazione dell'insieme, così come collocato negli album, processo che ho già ben descritto ed esposto in questo mio blog.

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Step 1
L'insieme, a suo tempo acquisito in asta, si presentava in buone condizioni. Era completo cronologicamente dal pontificato di Papa Giovanni XXIII, passando per l'intero papato di Paolo VI sino ad una porzione del pontificato di Giovanni Paolo II, che si fermava però al 1995. Pensando già alla collocazione degli album nei miei scaffali, non era soddisfacente la presenza di due cartelle di diversa foggia e colore, così come era stato assemblato il lotto acquisito in asta. Ho quindi deciso di porre in vendita, sul più conosciuto canale online Ebay, le due cartelle, che si presentavano comunque in eccellenti condizioni. Non ho dovuto attendere molto, tant'è che il ricavato è stato immediatamente reinvestito per acquisire l'annata 1996 completa e montata su fogli marini e, sfruttando un'offerta di un commerciante filatelico, un probabile fondo di magazzino costituito dai fogli di solo almanacco della Marini (mancante dall'insieme e costatomi un euro cinquanta). 

Pazientando ancora un poco mi si è presentata la possibilità di acquisire, ad un'asta di un commerciante olandese che vendeva spezzature di collezioni, le emissioni filateliche del Vaticano dal 1997 al 2003. Anche in questo frangente l'insieme era fornito montato su fogli Marini, questa volta però privi delle pagine di almanacco, e inserito in due cartelle. Inutile dirlo, anche queste ultime differenti per colore. In questo caso sono tornate utili le relazioni che si intrecciano tra collezionisti, poiché con un paio di telefonate si è potuto organizzare lo scambio ed ho quindi creato il primo insieme di cartelle, uniformi per foggia e colore, in cui inserire i miei valori. 

A questo punto ecco costituito un nucleo solido, costituito da quasi cinquant'anni di storia filatelica e papale, da cui partire per questo nuovo viaggio collezionistico.

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Step 2
Una volta costituito l'insieme dei reperti che si intende ordinare, catalogare e porre nella nostra esposizione virtuale, si può procedere al secondo passaggio, quello di verifica accurata dei nostri francobolli. In verità si tratta di un approccio piuttosto piacevole, una prima presa di confidenza con le singole emissioni che andranno valutate fronte e retro con una certa accuratezza. Tale operazione consente anche di osservare, in tutta la loro bellezza, le piccole opere d'arte che i maestri del bulino hanno saputo incorniciare nel piccolo spazio tra i dentelli. Consente di stupirsi a fronte di inaspettati dettagli o nella riscoperta di un dipinto o di una scultura che ha ispirato l'emissione riprodotto o reinterpretata nell'emissione.

Per fare questa operazione suggerisco di avere sempre a portata di mano il proprio catalogo di riferimento. Ciò ci consentirà di spuntare i francobolli già verificati, ma anche di renderci conto, qualora sia sfuggito al primo controllo del dopo acquisto, se qualche dentello è mancante, ma soprattutto se qualche valore risulti danneggiato e debba essere sostituito. Nel mio caso ho poi provveduto, rovistando per bene tra i cassetti, a radunare eventuali spezzature o singoli valori che, nel corso degli anni, per effetto di scambi o passaggi di mano di lotti e collezioni erano rimasti in letargo aspettando il passaggio del principe azzurro. Lo dico perché l'esperienza insegna ed è già capitato, che nel furore collezionistico si corra ad acquistare un paio di valori mancanti, salvo scoprire poi di averli già nel fondo di un raccoglitore ad invecchiare come il vino buono.

Una ulteriore importante operazione, atta a migliorare la qualità del nostro impianto espositivo, è quella del controllo accurato di eventuali fogli che necessitino di restauro. Per quelli che presentano alcune lievi tracce di "sporco", stiamo pur sempre parlando di materiale pervenutoci usato, sarà sufficiente passare molto delicatamente con una gomma morbida e pulita sulla parte che presenta ombre o leggere impronte, senza esercitare però un'azione eccessivamente abrasiva che andrebbe a peggiorare la situazione, ed avendo cura di non lasciare mai frammenti gomma tra le pagine. Per quei fogli che presentano taschine o lembi staccati l'importante è annotarne la posizione, per poi procedere in un secondo tempo alle operazioni di riparazione.

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Step 3
Una volta completata l'analisi dei propri reperti filatelici ha inizio quell'appassionante fase di studio che poi è il vero completamento del processo di accomodamento del raccoglitore collezionista. Si tratta del primo mattone di progettazione della fase espositiva. La conoscenza del periodo storico delle emissioni, delle biografie dei pontefici che si correlano ad esse, ma anche le informazioni tecniche sui francobolli, insieme costituiscono un indispensabile corollario culturale per chi desideri esondare dal puro collezionismo di casella, ma creda che i propri piccoli rettangoli colorati abbiano qualche valore aggiunto, ma soprattutto abbiano una storia da raccontare che, spesso, vale molto di più della quotazione di mercato.

Per sviluppare al meglio questa fase si può ricorrere alle riviste specializzate, ad alcuni dei maggiori testi in circolazione (spesso quelli apparentemente più datati si rivelano formidabili fonti di notizie e di dettagli), ma anche alla rete, avendo sempre cura di verificare le fonti dubbie per evitare di incappare in credenze popolari, piuttosto che in certezze.

Si tratta un lavoro assai più importante di quello che si possa immaginare. Dalla conoscenza dei propri reperti e dal loro contesto storico e culturale nasce e si delinea il piano espositivo che andremo a realizzare. Ad esempio, per questo mio lavoro, ho definito alcuni processi di allestimento:

  1. l'introduzione storica alla filatelia vaticana, da porre come prologo nel primo album di questa mia sezione.
  2. la realizzazione di schede storiche introduttive relative ai pontefici coinvolti nel periodo delle emissioni;
  3. la realizzazione dei fogli di almanacco per il periodo antecedente il 1978 in cui tale complemento non era commercializzato;
  4. la realizzazione dei fogli di almanacco per quelle annate in cui essi non erano presenti nel lotto acquisito

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Per le modalità tecniche e le scelte grafiche, ovvero per i passaggi successivi del pio programma riorganizzativo, vi rimando alla seconda parte di questo mio intervento, mentre già posso dire che per l'introduzione storica generale, avendo avuto un poco di pazienza, ho recuperato in una delle tante fiere specializzate una copia praticamente nuova della Guida Postale Marini, stampata su fogli a 22 anelli, curata da Franco Filanci e Giovanni Fulcheris e dedicata proprio alla "postalità" del Vaticano. Anche in questo caso la pazienza ha premiato l'aspetto economico. 

Queste guide sono studiate per essere inserite ad inizio album come prefazione alla propria collezione filatelica. Scritte dai maggiori esperti italiani, offrono un quadro esauriente e documentato di tutti gli aspetti filatelici e/o postali, dalla storia dei diversi servizi alle tecniche di produzione delle carte-valori, dalle bollature fino alla bibliografia.  

Nel prossimo post entrerò nei dettagli più tecnici legati alla vera e propria realizzazione delle pagine aggiuntive, alle modalità di armonizzazione di grafica ed impaginazione, nonché alle semplici tecniche di restauro di qualche foglio che necessitava di un piccolo intervento ringiovanimento, chiudendo con la fase di digitalizzazione dell'intero insieme.


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Per chi non volesse attendere di leggere il seguito (parte seconda), l'invito è sempre quello di una visita virtuale alla mia collezione, in particolare ai primi album del Vaticano che ho già messo online, con l'augurio di qualche piacevole momento dentellato.