Storia del Nilo: il padre dei fiumi dalle foreste africane alle Piramidi di Bernard Pierre

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Avvertenza
Valutazione e recensione sono frutto del mio personale gusto individuale, delle mie preferenze letterarie, così come la valutazione che assegno. E' quindi più che comprensibile, anzi auspicabile, che molti non la pensino come me. Detto ciò: ogni libro è fatto per essere letto.


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La mia valutazione su questo libro:
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Ho rispolverato questo bel volume dalle latitudini più estreme della mia libreria e devo ammettere che, pubblicato nel 1982 per i tipi della Rizzoli (rieditato da Odoya nel 2017), si presenta oggi bello tostato dal tempo. Nel rileggerlo, mentre riordinavo alcuni appunti su uno dei miei viaggi egiziani, mi sono reso conto che questo testo non invecchia invece nel suo contenuto e la straordinaria modalità di scrittura che Bernard Pierre utilizza, una forma di racconto avventuroso e quasi epico, è capace di trasformare un saggio sull’esplorazione africana, sulle etnie del continente nero, su civiltà millenarie quali quelle dell’Antico Egitto, in un autentico ed avvincente romanzo di avventura.

Egli ci propone, calcando la storia di uno dei fiumi più celebri al mondo e percorrendo le sue rive sino alla mitica sorgente, le immagini di grandi esploratori, mostrandoci sia il lato temerario di veri Indiana Jones del passato, ma anche il profilo umano caratterizzato da una ricerca della conoscenza che non ha eguali. Il Nilo è certamente un tormentone che ha accompagnato tutti noi, e in egual misura accompagnerà le future generazioni, dalle scuole elementari sino alle superiori, con le sue piene che colmavano i granai dell’Egitto dei faraoni, le grandi città come Luxor e Assuan, gli scontri tribali di popoli ormai perduti nelle grandi distese africane e la spasmodica rincorsa esplorativa per raggiungere le sue sorgenti. Ebbene, quel tormentone sarebbe certamente stato trasformato in un viaggio entusiasmante se, tra i banchi di scuola, ci avessero proposto questa “Storia del Nilo”.

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Nel cuore della più grandiosa area desertica del nostro pianeta esiste una striscia di verde, fertile e ricca di frutti, una sorta di paradiso che ha dato vita, come vero dono del fiume, all’umano tentativo di conciliare natura, cultura, arte, scrittura, architettura, mitologia. Ne parla Erodoto, fonte universale della storia e della geografia del creato, lo riconferma Bernard Pierre, alpinista e appassionato di viaggi con al suo attivo spedizioni nel Caucaso, in Himalaya, nelle Ande e in Ruwenzori, scrittore curioso ed attento nel raccontare le sue spedizioni alpinistiche, così come la storia dei grandi fiumi del mondo.

Egli sa osservare la natura come un’inebriante conquista che, in questo libro, parte proprio dalla constatazione che è la natura stessa a compiere il miracolo di trasportare al suo delta l’acqua, e dunque la vita, che sgorga dai massicci piovosi dell’est africano e del centro del continente, lungo un tracciato di oltre seimila chilometri, che ne fa uno dei percorsi fluviali più lunghi del pianeta.

“Hai messo il Nilo in Cielo perché scendesse sui monti e sui mari ad abbeverare i campi”. L’inno alla gloria quasi celeste di questo fiume, ma anche delle genti che ne hanno tratto vita e di coloro che la vita l’hanno offerta alla sua esplorazione, inizia proprio dalle sue mitiche sorgenti, da quei due fratelli, il Nilo bianco e il Nilo azzurro, capaci insieme di fondere i flussi dei grandi laghi equatoriali e le nevi d’Etiopia (II Simien è la catena più alta dell'Etiopia e culmina nei 4.620 metri del Ras Dashan, che con le sue bufere di neve è la quarta cima dell'Africa).

Il racconto si fa vera e incalzante competizione umana quando l’autore entra nel vivo delle campagne esplorative e di scoperta, da quella del lago Vittoria con il pioniere John Hanning Speke sino alla scoperta del lago Alberto operata da nel 1864 dall'esploratore inglese Samuel Baker con la moglie, passando dalla leggendaria storia, un giallo avvincente ed altrettanto entusiasmante, dell'esploratore e missionario David Livingstone e dell'esploratore e giornalista Henry Morton Stanley che hanno pagaiato accanto alle rive nord del Tanganica alla ricerca delle sorgenti del Nilo, dando vita ad una diatriba mai sopita che trova però ragion d’essere sul fatto che le sorgenti si coniugano al plurale, essendo più d’una.

Va chiarito che la capacità di raccontare di Bernard Pierre ci proietta negli spazi dell’Uganda, del Sudan, nei grandi altopiano d’Africa, prima dell’approdo all’Egitto, ma ci mostra anche capitoli di storia poco conosciuti, fra tutti la storia del generale Gordon, l’“eroe di Khartum”, raccontato in parallelo con il suo mortale nemico: Muhammad Ahmad, autoproclamatosi nel 1880 “Mahdi”, cioè condottiero musulmano, fondatore di uno stato islamico al culmine del suo potere, tra il 1884 e il 1885. Corredano il testo splendide immagini d’epoca e cartine. Non mancano gli aspetti legati alla vita quotidiana che si sviluppa sulle rive del Nilo, così come la ricca mitologia che ha favorito l’edificazione di templi maestosi eretti in onore di dei celesti e terreni.

“Tremano coloro che vedono l’inondazione” è inciso sulle pietre delle piramidi, “ma i prati ridono, le rive fioriscono, il cuore degli dei si esalta”.