Litorale sloveno: la filatelia contemporanea che richiama il passato

E pensare che questa revisione ha come innesco un'emissione recentissima, che però per la sua precisa rievocazione storica, ancor più filatelica, non poteva in alcun modo essere ignorata per chi, nel proprio modo di collezionare, intende andare ben oltre il collezionismo di casella, ma vuole ripensare al proprio ruolo di raccoglitore come a quello di un conservatore museale, capace però di trasformare i propri reperti in un racconto, una avvincente narrazione di popoli e culture.
La Slovenia ci mette del suo: il 13 luglio 2020 emette una serie di francobolli con un chiaro taglio storico rievocativo, ma anche, diciamolo pure, con un pizzico, se non di revisionismo storico, di richiamo al fatto che le cose non sono mai come sembrano. O meglio, lo sono eccome, ma se osservate da differenti punti di vista, come quelli che rappresentano un lato od un altro di un confine di guerra, possono essere leggermente diverse. I tre francobolli (che ho inserito tutti nella mia sezione contemporanea dedicata all'asset triestino) rievocano tre momenti fondamentali per la storia della regione tra le due guerre: i cent’anni dall’incendio del Narodni dom di Trieste nel 1920, l'uccisione di Ferdo Bidovec, Fran Marušič, Zvonimir Miloš e Alojz Valenčič il 6 settembre 1930 a Basovizza e, per finire, i settantacinque anni dalla emissione, nel 1945, quindi subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, dei francobolli per il Litorale e l’Istria.

Il francobollo della Slovenia dedicato
proprio alle emissioni del Litorale sloveno, un “B” da 69
eurocentesimi elaborato nel bozzetto da Marko Prah, mostra le zone “A” e
“B” attraverso
le quali fu diviso il territorio dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il
bollettino delle Poste Slovene, il numero 131 per la precisione (vedi
anche bibliografia a fondo post) da ampio spazio all'emissione, con un
compendio storico filatelico curato da Peter Suhadolc.
Il Litorale Sloveno
(Slovensko Primorje in sloveno, Slowenisches Küstenland in tedesco) è
una regione storica della Slovenia. Essa comprende la parte del Litorale
Austriaco dell'Impero austro-ungarico (dal quale mutua il nome), oggi
sotto sovranità slovena.
Il Litorale Austriaco fu ideato ex novo nel 1849 unendo amministrativamente il Margraviato d'Istria (creato a sua volta unendo l'Istria già veneta alla porzione della regione dominata storicamente dall'Austria), la Contea Principesca di Gorizia e Gradisca e la città di Trieste col suo territorio. Dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino alla Seconda Guerra Mondiale il Litorale sloveno fece parte della Venezia Giulia italiana e durante l'occupazione tedesca dell'Italia, successiva all'armistizio del settembre 1943, fu incluso nella OZAK.
Dopo
il secondo conflitto mondiale gran parte della regione fu assegnata
alla Jugoslavia. Con la dichiarazione di indipendenza dalla Jugoslavia
(1991), il Litorale sloveno entrò a far parte della nuova Repubblica di
Slovenia. Attualmente (2020) una piccola parte di tale regione (il golfo
di Pirano, nella parte a ridosso di punta Salvore) è oggetto di una
contesa confinaria fra Slovenia e Croazia.

È l'estate del 1945. Nell'afa della Pianura Padana, a sovrastare il frinire delle cicale, sono le voci di coloro che festeggiano la liberazione. La fine della guerra che ha tormentato, dilaniato, azzerato il Paese è un fatto compiuto, pur nella difficoltà della ricostruzione.
Poco hanno
invece da festeggiare gli italiani della Venezia Giulia e della costa istriano
slovena. Quegli italiani abituati da sempre a vivere in un territorio
multietnico, ove anche le diverse lingue si mescolano nelle strade e che ora,
per effetto dell'arrivo delle truppe di Tito giunte a liberare la regione,
vedono cambiare radicalmente i propri orizzonti. Se le genti slovene, insediate
nell'entroterra, festeggiano l'arrivo e la presa di potere dei “titini”, non
così si può dire degli abitanti di matrice italiana insediati nei paesi
costieri e dell'interno. Le nuove regole dell'ideologia comunista si riflettono
anche sul controllo esercitato sul servizio postale e sui francobolli.
Chiusa la parentesi delle emissioni provvisorie legate all'emergenza dell'occupazione, la nuova Amministrazione della stella rossa (che non controlla ancora Gorizia, Trieste e Pola) predispose una nuova serie caratterizzata dall'uso delle tre lingue parlate sul territorio: italiano, sloveno e croato. L'emissione coincide con il Ferragosto del 1945 e l'emittente si fregia come “Istria/Litorale sloveno”, ad indicare nella toponomastica dell'occupante quella terra istriana a meridione del torrente Dorgogna (oggi nell'attuale Croazia) ed il litorale di “pertinenza” slovena sito a sud dello stesso corso d'acqua (attuale Slovenia). L'autore della dicitura, non troppo forte però con il tanto paventato trilinguismo, lascia un'impronta indelebile: la parola “littorale” scritta con una doppia t. Una caratteristica "somatica" che sin dalla sua uscita ha rappresentato il tratto morfologico distintivo dell'intera emissione.


È uno strano
battesimo “sotterraneo” quello della prima emissione del Litorale. Avviene
all'interno dell'ufficio postale collocato nelle profondità carsiche delle
grotte di Postumia. Le cartoline illustrate preparate per l'evento raffigurano
proprio lo spettacolo offerto dalle grotte. Le diciture in lingua italiana sono
state adeguatamente “censurate”.
Un bel colpo
di propaganda, politico e filatelico, se teniamo conto che le cartoline “primo
giorno di emissione”, che in qualche modo celebravano un'emissione con diciture
trilingue, di fatto furono distribuite con le scritte in lingua italiana
adeguatamente oscurate. L'annullo circolare datario fu impresso con un
inchiostro di colore rosso dall'ufficio postale sito nelle grotte, uno dei
luoghi turistici tra i più visitati della regione passata di mano.

La serie fu stampata a Lubiana nella Ljudska tiskarna (la Stamperia del Popolo), ma le stesse immagini furono riprese in ulteriori tirature prodotte a Zagabria e Belgrado, cambiando carta e talvolta colori. Molti anche i soprastampati “porto” impiegati come segnatasse. I valori furono ritirati nel febbraio del 1947, dopo la firma del trattato che sanciva la cessione dell'intera regione alla Jugoslavia.
Lungi però dal pensare che si trattasse di una
trovata filatelica fine a sé stessa. I francobolli ebbero un evidente uso
postale, ben documentato da numerose missive. Nella mia collezione ne ho infatti
inserita una del 6 dicembre 1946, esattamente una cartolina illustrata e
proprio impostata dalle grotte di Postumia, le stesse ove tutto ebbe inizio. E'
trascorso quasi un anno e mezzo dall'emissione della serie all'interno
dell'antro carsico ed in questo saluto postale che proprio le grotte raffigura
e che dalle stesse è stata impostata, fanno bella mostra di se tre valori da 1
jugolira. I saluti dei visitatori della celebre località, ora Jugoslavia, sono
diretti ad un'altra significativa località di frontiera: Gorizia.

Da notare che anche gli annulli furono oggetto di una metamorfosi: la cartolina, infatti, ne mostra un'evoluzione in cui gli Jugoslavi ne introdussero un tipo riportante, oltre alla data, il nome della località nella sola lingua slovena. Sarà nuovamente cambiato poiché gli Alleati protestarono con forza in quanto contrari agli accordi di giugno che prevedevano, anche nella postalità, il bilinguismo italiano/sloveno.
La commessa artistica della serie fu affidata all'epoca all’artista Miroslav Oražem, vissuto tra il 13 marzo 1900 ed il 23 luglio 1975. Laureatosi nel 1927 a Lubiana, visse i panni dello scultore a Berlino, per poi tornare ad insegnare in Slovenia, attirato dalle tendenze d’avanguardia, quali il Costruttivismo ed il Cubismo. Al pubblico si è presentato per la prima volta nel 1924, durante la mostra voluta dal Club dei Giovani proponendo la statua “Torzo, cimentandosi anche in progetti di architettura, per interni ed arti applicate.
A tale
proposito c'è un interessante approfondimento dello studioso Veselko Guštin,
dal titolo "Poštna zgodovina in filatelija na Primorskem: Izdano ob
50-letnici priključitve Primorske Sloveniji, 1947-1997", tradotto e
ripreso da il Postalista (vedi bibliografia a fine post) che racconta gli
interessanti retroscena che legano l'autore della serie alle vicende storiche
del periodo, trascendendo dagli elementi puramente geopolitici, ma entrando
anche nelle vicende personali e del complesso rapporto tra artista ed autorità
jugoslave dell'epoca.
Stante la ricerca che ho citato, l’artista cominciò nel maggio del 1945 a riflettere su come sottolineare l’annessione alla Jugoslavia del Litorale sloveno e dell’Istria. Sei i soggetti di prima traccia impostata dall'autore, dedicati a Fiume-Rijeka, Rovigno-Rovinj, Pola-Pula, Gorizia-Gorica, cui si sarebbero aggiunti una mappa dell’intera area controllata da Belgrado ed un dentello per la posta aerea raffigurante un gabbiano.
Un altro studio preliminare l'autore lo dedicata a tre costumi di Dalmazia, Macedonia e Slovenia, un chiamo richiamo al folclore, anch’essi però rimasti solo schizzi a matita sulla carta. Lettera morta pure l'idea di impiegare il testo “Jugoslavia”, privo di riferimenti a specifiche ripartizioni territoriali in un momento in cui il risiko della geopolitica era ancora in movimeto.
alla Jugoslavia nel maggio 1945 (C) Il Postalista
Miroslav Oražem, oltre alla serie andata in uso postale, lascia anche,
nel suo archivio oggetto dello studio di Veselko Guštin, una serie di lettere
in cui rivendica all'Amministrazione jugoslava adeguati compensi per le
tirature successive a quelle di Lubiana, richieste mai soddisfatte
naturalmente, in nome della ideologia e propaganda proletario comunista
dell'epoca. Anzi, tali reiterate richieste furono probabilmente fonte di grande
irritazione a Belgrado, tanto che la carriera dell'autore, almeno sul profilo
filatelico, non segnò da quel momento grandi balzi in avanti.
Decisamente interessanti, invece, i diversi bozzetti sul lavoro preparatorio
dei francobolli. La guerra è finita da pochissimo e manca veramente tutto.
Oražem realizza tutti i suoi schizzi su carta, con tratto a matita, raramente
con inchiostro. Disegna poi i francobolli a colori su fogli da disegno bianchi,
incollandoli successivamente su di una base di cartone. Non disponendo della
computer grafica, egli dovette fare tutto da solo: scegliere il motivo,
disegnarlo, colorarlo, inserirvi diciture e preparare poi il bozzetto finale a
colori ingrandito in un formato che ne permettesse la chiara identificazione
dei dettagli.

Tra le idee dell'autore rimaste al palo, mai messe in produzione, vi è il "ramo di fico" ed una "coppia di contadini". Il ramo e la foglia di fico molto ci ricordano l'uva e l'olivo, due soggetti a pieno titolo della serie, sia come impostazione grafica, ma anche e soprattutto nel richiamo iconografico alla terra ed alle sue risorse cui le locali popolazioni del Primorske Sloveniji (Litorale Sloveno) da sempre hanno attinto con il sudore della fronte.
Più
interessanti altre due proposte, idee che mostrano la chiesa intitolata a San
Giusto di Trieste (l’unico bozzetto con il testo “Litorale” corretto con
una sola "t", segno che il lavoro fu successivo) ed una partigiana
con stemma e bandiera esultante la vittoria su di un carro armato. Due valori,
da 1,00 e 50,00 jugolire, che rimasero però nel cassetto, anche se, a dirla
tutta e con assoluta precisione, i due valori dedicati a San Giusto sono oggi
indicati nei cataloghi italiani come “stampati”, in rosa carminio e in bruno, non
dentellati e dentellati. Di fatto questa coppia non fu mai emessa, forse perché
alla fine la città giuliana non fu riconosciuta alla Jugoslavia, ma entra a
pieno titolo nella nostra collezione.

Mi fermo qui, nella solita consapevolezza che tanto ancora ci sarebbe da dire, ma che, a questo punto della storia, i veri cronisti devono essere loro: i francobolli.
Bibliografia essenziale
- AA.VV. Slovenia Tra “A” e “B”. Era il 1945, Vaccarinews, consultato 11 luglio 2020;
- AA.VV. Quell’incendio a Trieste. Era il 1920, Vaccarinews, consultato 11 luglio 2020;
- AA.VV. Le sentenze a Basovizza, Vaccarinews, consultato 11 luglio 2020;
- AA.VV, Bilten Bulletin, Posta Slovenije, n°131, luglio 2020;
- Fusco Feri, Quel Littorale con due t, Il Collezionista n°7-8/2015, Bolaffi;
- Veselko Guštin , Miroslav Oražem, autore dei primi francobolli per il Litorale Sloveno ed Istria nel 1945, https://www.ilpostalista.it, consultato il 10/09/2020;
- Bruno Crevato-Selvaggi, L'occupazione delle Venezia Giulia e della dalmazia, 1954 Il servizio postale ritorna all'Italia, Poste Italiane, 2004;
- Bogdan C. Novak, Trieste 1941-1954. La lotta politica, etnica e ideologica, collana: Testimonianze fra cronaca e storia, Ugo Mursia Editore, 2013;
- Guido Rumici, Istria, Fiume e Dalmazia profilo storico, Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati, 2009.