L'idea di Saramago in Israele e Palestina. Dalle pietre di Davide ai carri armati di Golia.

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Valutazione e recensione sono frutto del mio personale gusto individuale, delle mie preferenze letterarie, così come la valutazione che assegno. E' quindi più che comprensibile, anzi auspicabile, che molti non la pensino come
 me. Detto ciò: ogni libro è fatto per essere letto.

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La mia valutazione su questo libro:

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Il 24 ottobre 2023, quando è in pieno corso un nuovo conflitto tra Israele ed Hamas con massivi bombardamenti sulla striscia di Gaza ed una crisi umanitaria che coinvolge due milioni di palestinesi costantemente bersagliati da aviazione e artiglieria dello stato ebraico, la diplomazia internazionale, pressata dall’opinione pubblica internazionale per le immagini che passano nei telegiornali, fatica ancora a trovare un equilibrio tra la doverosa condanna dello spietato e deprecabile assalto terroristico di Hamas in Israele e la richiesta del rispetto del diritto internazionale da parte di Israele, la cui azione di “difesa” suona come un eufemismo, innanzi a tanta distruzione nella striscia di Gaza.

In quello stesso giorno, in seduta alle Nazioni Unite, il Segretario Generale al Palazzo di Vetro, Antonio Guterres, sulla genesi della nuova ondata di violenza dice: «è importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla, seguono 56 anni di soffocante occupazione». Per spezzare il circuito della guerra, secondo Guterres, è necessario riconoscere che «le sofferenze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas», ma anche che «quegli attacchi spaventosi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese».

Apriti cielo: il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha prontamente dichiarato di non avere alcuna intenzione di incontrare Guterres: «Dopo il 7 ottobre non c’è spazio per un approccio equidistante. Hamas deve essere cancellato dal mondo». Ancor più esplicita la reazione dell’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan: «Guterres mostra comprensione per la campagna di omicidi di massa di bambini, donne e anziani: non è adatto a guidare l’Onu. Si dimetta immediatamente». Ora, al di là di l'enfatizzazione delle parole in un momento difficilissimo per gli equilibri dell’intero Medio Oriente, sarebbe opportuno, prima di esprimere ogni giudizio su quanto detto da Antonio Guterres, documentarsi su cosa è veramente accaduto in quei 56 anni che il Segretario Generale dell’ONU ha voluto citare.

Per gettare benzina sul fuoco, ma anche per il rispetto del pluralismo delle idee, la base per la democrazia e per comprendere, riflettere e farsi un’idea della questione, credo che vada letto (solo poi si potrà valutare se essere o meno d’accordo con l’autore) questo piccolo volumetto dal titolo “Israele e Palestina. Dalle pietre di Davide ai carri armati di Golia” (Stampa Alternativa - Le Strade Bianche) firmato da José Saramago, scrittore portoghese insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1998, ma noto soprattutto per essere dichiaratamente ateo e dissacrante con la ogni forma di religione. Valgono quali esempi i sui libri “Caino” e “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” che gli valsero le aspre critiche del clero e la censura imposta sul libro dal governo portoghese che indussero a lasciare il paese per vivere alle Canarie. Oltre a ciò, è bene dirlo subito, Saramago è inequivocabilmente schierato contro Israele per la sua politica anti palestinese.

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“Dal punto di vista degli ebrei, Israele non potrà mai essere sottoposto a giudizio, dopo essere stato torturato e bruciato ad Auschwitz. Mi chiedo se quegli ebrei che morirono nei campi di concentramento nazisti, che furono perseguitati per tutta la Storia, che furono trucidati nei pogrom, che marcirono nei ghetti, mi chiedo se questa immensa moltitudine di infelici non proverebbe vergogna per gli atti infami che i suoi discendenti stanno commettendo” (da “Israele e Palestina. Dalle pietre di Davide ai carri armati di Golia”. Sinossi in quarta di copertina).

Questo volumetto, curato da Claudio Scaia, di fatto ripubblica un articolo che l’autore lusitano ebbe a scrivere per il quotidiano spagnolo “El Pais” il 21 aprile 2002, calamitando su di sé una valanga di accuse di antisemitismo da tutta la comunità ebraica. Basti citare ciò che scrisse Abraham Foxman, presidente dell’ADL (Associazione contro la diffamazione nei confronti del popolo ebraico): «I commenti di José Saramago sono sovversivi e profondamente offensivi, oltre a dimostrare l’ignoranza relativa agli argomenti che porta a sostegno dei suoi pregiudizi nei confronti degli ebrei». Basterebbe solo questo per sollevare la questione: Saramago è antisemita o quello che ha scritto riflette ciò che molti altri intellettuali pensano, ma non dicono?

Per poterlo affermare o smentire credo sia fondamentale leggere ciò che egli ha scritto nel corso della sua carriera letteraria, magari non soffermandosi esclusivamente su questo articolo. Considerato da molti un “cattivo maestro”, così lo appella un articolo sul sito ufficiale della Comunità Ebraica di Milano in un articolo del 2013, non può però annoverarsi tra i “negazionisti”. Certamente non è filo israeliano, ma definirlo un antisemita sarebbe una estremizzazione, così come una banalizzazione del suo pensiero. A leggere questo suo intervento si evince che Saramago non è contro il popolo ebraico in quanto tale, ma contro la sua religione, o meglio contrario all’uso strumentale che ne è fatto, esattamente come egli è contro la religione islamica e quella cristiana. Leggendo le sedici pagine di questo libro l’autore, così come nei lavori già ricordati, ricorre alla citazione della storia narrata nelle Antiche Scritture, per dare ad essa il peso della strumentalizzazione.  

Come è ben sottolineato nella prefazione voluta dall’editore, la convinzione che esista un popolo “eletto” che scaccia dalla propria terra un altro popolo perseguitato e lo massacra in base al volere imperscrutabile di un essere immaginario, non convince Saramago, soprattutto perché chi perseguita ed agisce per volere divino in questa storia è un popolo, quello ebraico, a sua volta perseguitato, scacciato e massacrato su ampia scala per tutta la storia, con particolare sistematica disumanità nell’ultimo secolo. Oltretutto, fa notare il premio Nobel portoghese, gli israeliani tendono a fare appello alle persecuzioni che hanno subito per dare una giustificazione a quelli che Saramago chiama espressamente “crimini”, un atteggiamento che, agli occhi dello scrittore portoghese, non è giustificabile, non attenua le colpe, ma ne amplifica il biasimo.

Si legge in un attimo e soprattutto ci offre un punto di vista, non la verità. In modo particolare in una vicenda in cui bene e male non stanno completamente da nessuna delle due parti. L’idea di non disperdere questo scritto di José Saramago è venuta a Stampa Alternativa (il cui nome già la etichetta come votata alla controinformazione), casa editrice romana fondata nel 1970 da Marcello Baraghini che prese ad ispirazione le Alternative Press anglosassoni. Stampa Alternativa è molto nota per la sua collana Millelire, che fece da trampolino in Italia al rilancio delle edizioni super economiche. Questo libro è scaricabile gratuitamente in ebook.

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