La biblioteca senza libri e l'idea del futuro digitale secondo David A. Bell

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Avvertenza
Valutazione e recensione sono frutto del mio personale gusto individuale, delle mie preferenze letterarie, così come la valutazione che assegno. E' quindi più che comprensibile, anzi auspicabile, che molti non la pensino come
 me. Detto ciò: ogni libro è fatto per essere letto.

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⭐ ⭐ ⭐ Buono
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La mia valutazione su questo libro:
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C’è un acceso dibattito tra i sostenitori del concetto che il “libro” è tale solo quando è di carta e tra coloro che, invece, sono più propensi al digitale, in quanto espressione di una più pratica e versatile modernità. C’è chi ama il frusciare delle pagine e l’odore della carta, anche quando tempo e umidità la fanno invecchiare e raggrinzire, ignorando però che chi vive in un monolocale, aroma o meno di cellulosa, non ha lo spazio per una libreria da mille volumi, letture che, invece, se ne stanno ben riposte dentro un moderno ereader occupando un centimetro quadrato. Certo un libro di carta si legge a lume di candela, mentre un ebook a batterie scariche e senza energia per ricaricarle è cosa inutile. Ma in viaggio, che gran comodità portarsi in valigia una ventina di libri da leggere senza sentirne il peso e l’ingombro! D’altro canto però, con una tecnologia che cannibalizza se stessa, la rincorsa ai formati dei libri digitali pare non avere sosta e la retrocompatibilità non è certo cosa da nulla, problema che è invece inesistente quando per leggere i nostri autori preferiti ci affidiamo a quei caratteri a stampa inventati da Johannes Gensfleisch della corte di Gutenberg. Personaggio immortale che però, quando decise di inventare la stampa, diede vita ad un dibattito che, per la sua epoca, era come se oggi avesse proposto di sostituire un ebook ad un “libro” di pura cellulosa.

E, badate bene, ci stiamo limitando ad un dibattito tra lettori, dove il comune sentire dovrebbe essere la lettura e il contenuto di ciò che si legge, non tanto la modalità che mettiamo in atto per farlo, poiché se così fosse allora salteremo il fosso e finiremmo dritti dritti nel campo del vicino, quello del collezionismo. Perché un conto è avere in libreria un paio di copie di “On The Road” di Jack Kerouac, giusto perché in una certa edizione Fernanda Pivano ci regala una prefazione di trenta pagine dedicate alla storia della beat generation e nell’altra invece troviamo una bella biografia dell’autore, tutt’altra cosa è decidere di possedere e conservare una rara prima edizione in folio delle opere complete di William Shakespeare per il valore che essa rappresenta, che se poi è molto elevato allora manco ci si pensa a sfogliarla, mandando a benedire il piacere della lettura, a vantaggio di quello del possesso. Badate bene che il collezionismo non va demonizzato, tutt’altro se lo pensiamo nella logica della conservazione storica, ma è però un’altra cosa.

Bene, se tali riflessioni stanno fermentando nella vostra testa, allora potete leggere “La biblioteca senza libri” di David A. Bell, con una riflessione (che francamente ho trovato quasi meglio dell’esposto principale) di Riccardo Ridi (Quodlibet Ebook, Noteazzurre, ISBN 9788874629015). Si tratta di un ebook, chiaramente pensato come cadeau per la distribuzione digitale, che parla di quello che potrebbe essere il futuro delle biblioteche nella logica della rapida evoluzione dell’editoria digitale. Edito nel 2012, mette tra l’autore e chi lo legge oggi (2023 ndr) quel lasso di spazio temporale che ci permette di fare alcune considerazioni sul come e sul perché alcune previsioni dell’autore (tesi) e controdeduzioni di Ridi non abbiamo trovato la stessa o rapida evoluzione da loro prospettata, ma in qualche modo siano state stemperate o distorte da diversi fattori.

Che fine faranno le biblioteche e i bibliotecari nell’era digitale? Perché dovremmo mantenere costose strutture per ospitare tonnellate di carta, quando tutti i libri saranno disponibili in formato e-book? Come stanno cambiando le abitudini dei lettori? A queste domande, poste in premessa del libro, cerca di dare una risposta David A. Bell, professore di Storia a Princeton, attraverso un articolo, che di fatto costituisce la prima parte del testo dell’ebook, apparso il 2 agosto 2012 sul periodico “The New Republic” con il titolo “The Bookless Library. Don’t deny the change. Direct it wisely”. Egli prende, quale esempio e modello di proiezione futura, la comparazione, agli antipodi in quanto a volume fisico, tra la New York Public Library (NYPL) ed un iPhone, ponendo l'accento sul cambiamento tecnologico e culturale in atto e sul fatto che il mutamento in atto pone una delle più grandi sfide che le moderne biblioteche abbiano mai affrontato nella loro storia. Per parlare chiaro, ribadisce l’autore, una delle loro funzioni principali è a rischio di obsolescenza.

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Diventa quindi molto interessante, per chi ha a cuore il tema, cercare di comprendere, anche alla luce della ipotizzabile riduzione di costi pubblici nella gestione di tale patrimonio librario, quale sarà il ruolo delle biblioteche quando i lettori non avranno più bisogno di entrarci per consultare o prendere in prestito libri. Con un breve saggio che si legge in modo spedito, aggirando qualche refuso nella transizione dal testo scritto a quello digitale, David A. Bell utilizza la biblioteca di New York, che in passato è stata un modello per altre grandi biblioteche americane, per raccontarci l’evoluzione in atto, a partire da progetti come quello del Central Library Plan, che prevede che milioni di libri siano spostati dagli scaffali delle grandi biblioteche a remoti e periferici depositi dai quali i libri impiegherebbero almeno una giornata per arrivare nella sala di lettura. Tutto questo con una valutazione anche del valore economico di tale riorganizzazione, e parliamo di risparmi milionari, a fronte del fatto che un quinto di tutti i libri venduti negli Stati Uniti sono e-book (l’autore fa riferimento al 2012), e il numero è in rapido aumento. Il totale complessivo delle vendite di e-book a gennaio del 2012 era negli Stati Uniti quasi raddoppiato rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, e più che decuplicato rispetto a gennaio 2009. Secondo il Pew Internet & American Life Project, il 21% di tutti gli americani ha letto un e-book nell’ultimo anno e la percentuale sarà prevedibilmente più alta fra i più giovani.

Se a tutto ciò affianchiamo poi la sempre maggiore disponibilità di testi digitali senza più diritti d’autore resi disponibili da progetti culturali, in Italia vale l’esempio di Liber Liber, allora il gioco è fatto. Gioco che però non convince del tutto Riccardo Ridi, professore di bibliografia e biblioteconomia all’Università Ca’ Foscari di Venezia ed esperto di biblioteche in rete, che si confronta con lo scritto di Bell, lasciandoci intravvedere una diversa percezione del cambiamento, influenzata da latitudini e retroterra culturali differenti, ricca di idee e di spunti. Lo conferma l’ultimo rapporto ISTAT sull’editoria italiana Il 69,2% dei lettori legge solo libri cartacei, il 12,1% solo ebook o libri on line, lo 0,5% ascolta solo audiolibri mentre il 18,2% utilizza più di un supporto per la lettura (libro cartaceo, digitale, audiolibro). Un transizione digitale quindi piuttosto lenta rispetto a ciò che accade d’oltreoceano.

Il professore veneziano sottolinea poi come “da una parte non è affatto vero che sia ormai imminente la possibilità di accedere gratuitamente, coi propri computer, smartphone, tablet ed e-book reader, alla totalità dei libri e delle riviste mai prodotti dagli esseri umani. E, dall’altra, anche quando ciò avvenisse, ci sarà comunque sempre bisogno di qualcosa (le biblioteche) e qualcuno (i bibliotecari) che tengano in ordine, cataloghino, conservino e garantiscano l’accessibilità perpetua e universale di tutta l’enorme massa di documenti «nativi digitali» (cioè nati direttamente in formato digitale) o «digitalizzati» (ovvero convertiti a partire da originali cartacei) che si sarà allora accumulata”.

Un buon esempio per l’Italia di tale trasformazione è la piattaforma digitale MLOL, una sorta di grande biblioteca online, accessibile agli utenti delle biblioteche che vi aderiscono, che rende disponibile ali prestito digitale la più grande collezione di contenuti. Una metamorfosi che rilancia il ruolo della biblioteca e della lettura gratuita per tutti, anche a fronte del fatto che, promozioni a parte, la letteratura contemporanea è disponibile nelle librerie digitali a pagamento, anche in formato ebook, pur con una certa riduzione dei costi, peraltro compensata da grandi promozioni sul cartaceo nello stile 2x1.

Un breve saggio di 35 pagine, non troppo accademico, dal tono divulgativo e non tecnico, da leggere “al volo”.