Fai da te filatelico: trasformare la libreria aperta in espositore per gli album

Articolo originariamente pubblicato il 9 maggio 2020
Rieditato per questo sito il 17 settembre 2021


Di solito ogni divagazione filatelica nei blog dei collezionisti riguarda qualche aspetto della filatelia, sovente approfondimenti su temi specifici, particolarità, studi ed emissioni. Qualche eccezione, anche tra i miei post passati, riguarda le tecniche per editare fogli personalizzati o modalità espositive dei nostri dentelli all'interno degli album, ma è molto raro trovare il racconto di qualche esperienza che, nello stile "obi", ci descriva le modalità impiegate per adattare la normalità domestica, quello che c'è nelle nostre case per la vita di ogni giorno, all'esigenza di conservazione, fruibilità e visibilità della nostra collezione in toto.

Ci sono diverse pubblicazioni che ci raccontano di come sarebbe meglio conservare i nostri francobolli, la maggior parte però scritte e pensate secondo la ferrea logica di chi professionalmente si occupa di conservazione dei beni museali. Un esempio per tutti: l'articolo pubblicato su The Postal Gazette ad opera di David R. Beech FRPSL Curator and Head della Collezione filatelica della British Library. Appare chiaro, sin da una prima lettura, che le condizioni di ideale conservazione raramente sono quelle di una grande fruibilità, ma è ancor più chiaro che quelle condizioni, ideali alla massima conservazione, quasi mai si ritrovano tra le nostre mura domestiche, tra pentole che soffriggono, ferri da stiro a vapore, condizionatori d'estate e riscaldamenti nel periodo invernale. Diciamolo chiaramente: francobolli ed esseri umani che li collezionano non prediligono gli stessi habitat. Ma c'è sempre un punto di equilibrio.

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Per T. J. Collings, grande esperto di conservazione di materiali cartacei, e R. F. Schoolley-West, membro della Royal Philatelic Society di Londra e primo Capo delle Collezioni Filateliche, autori di un libro dal titolo "The care and Preservation of Philatelic Material" del 1989 (si trova ancora in giro a circa 25 dollari), le collezioni filateliche dovrebbero essere mantenute ad una temperatura ideale al di sotto dei 18 C° con un'umidità relativa contenuta tra 55 e 60%. Più facile a dirsi che a farsi. L'aria pulita è poi importantissima, ribadisce David Beech, poiché l'inquinamento causa danni alle nostre collezioni. Eccellenti suggerimenti per chi vive in Pianura Padana, nell'hinterland milanese o dalle parti di Taranto! Fumare è incompatibile con la filatelia, particelle di cenere, fumo e sostanze danneggiano il colore. Tombola! 

E che dire della luce. La condizione ideale per la conservazione delle collezioni è un ambiente mantenuto completamente al buio, come le nostre abitazioni naturalmente. Abbiamo però bisogno di studiare ed osservare il nostro materiale oppure mostrarlo ad altri collezionisti. Per farlo il materiale esposto non dovrebbe ricevere più di 50 Lux, ovvero la luminosità di 50 candele ad una distanza di un metro. La luce trasmette raggi ultravioletti (UV) e ogni lumen trasmette 10 micro watts di luce ultravioletta. Chiaramente in casa siamo tutti dotati di una specifica attrezzatura per valutare le emissioni luminose, la loro intensità e tipologia. 

Detto ciò, arriviamo all'argomento di questo post. Ci siamo capiti, dobbiamo evitare sbalzi improvvisi delle condizioni ambientali, sapendo che non ci è possibile nemmeno con un rito vudù alterare il ciclo delle stagioni (anche se come umanità ci stiamo ben impegnando in tal senso). Dobbiamo evitare troppa polvere e troppa umidità. Dobbiamo non esporre alla luce diretta del sole o di lampade intense i nostri francobolli. Potremmo mettere i nostri album in un armadio dedicato, ma ci sembrerebbe di esiliarli, meglio in una libreria con ante chiudibili allora. Ma quanti di noi hanno questo tipo di libreria? In molti dispongono infatti di librerie aperte e quindi più esposte agli agenti "domestici", ma niente paura. È possibile con poca spesa adattare questi spazi in modo anche non permanente, e modularli in base alle proprie esigenze, conservando un senso dell'estetica che non ne alteri l'insieme. 

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Ecco i pochi attrezzi che ci saranno necessari

Cercherò di offrirvi un suggerimento, basato sulla mia personale esperienza, per due tipologie di libreria: una prima con dimensione dei ripiani di circa 50 centimetri, una seconda con ripiani a maggiore estensione, quindi di circa 100 centimetri. Partiamo subito da cosa ci serve in termini di attrezzatura: un pennarello indelebile, un righello metallico, un metro, un taglierino per plexiglass ed una lima.

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Il materiale necessario per il nostro lavoro

Per proteggere la nostra collezione su una libreria di tipo aperto utilizzeremo un materiale versatile ed esteticamente gradevole: il plexiglass. All'anagrafe si chiama polimetilmetacrilato, una materia plastica formata da polimeri del metacrilato di metile, estere metilico dell'acido metacrilico. Nel linguaggio comune il termine metacrilato si riferisce generalmente a questi polimeri. Utilizzeremo la versione trasparente. Ne esistono di diversi spessori. Consiglio, per il nostro utilizzo, uno spessore compreso tra i 2 ed i 4 millimetri. Uno spessore maggiore complicherebbe le operazioni di taglio e renderebbe eccessivamente pesante le lastre che andremo ad utilizzare. Se la libreria è in una posizione potenzialmente esposta alla luce si può ricorrere ad una versione ambrata o fumé. Il plexiglass si trova in molti negozi di bricolage in lastre anche di dimensioni contenute: cm. 50x50, 50x100, 100x100. Se volete evitare il taglio in casa, ricordo che in molti negozi online specializzati è possibile ordinare lastre con dimensioni personalizzate effettuate con taglio laser, i cui bordi sono esteticamente più belli, ma sappiate che in questo caso il costo raddoppia, quando non triplica.
Una lastra di cm. 50x100 di 2,5 mm. di spessore costa circa 7 euro presso un centro specializzato in hobbistica, una lastra ordinata online, tagliata su misura di centimetri 50x38 spessore 3 mm., costa circa 14 euro, cui si deve aggiungere il costo di spedizione di circa 10/12 euro.

Il profilo angolare in PVC (serve per la soluzione dedicata ai ripiani di circa 100 centimetri) si trova anch'esso nei negozi di bricolage. Il costo per 1 metro è pari a 1,80 euro. Importante trovare un profilo angolare con una certa profondità.

Le mollettine trasparenti sono davvero minuscole, si trovano nei negozi che vendono accessori per cancelleria. Una confezione da 100 pezzi costa 7 euro, ma si trovano anche nei supermercati in confezioni da 2 euro. Le impiegheremo per allestire i ripiani da 50 cm. e ne occorrono 4 per ogni ripiano.

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le misure necessarie

Partiamo con la soluzione per i ripiani più corti, quelli di circa 50/60 centimetri. Le misure che servono sono quattro: una misura precisa del ripiano (escludendo quindi i fianchi), una misura accurata dello spazio tra la base del ripiano (quella su cui poggiano gli album) e la base del ripiano superiore (quindi includendo lo spessore del ripiano superiore), una terza misura relativa alla profondità del ripiano che andrà divisa per due, un'ultima misura che riguarda la larghezza del ripiano sommata allo spessore del fianco destro e di quello sinistro.

Ottenute queste misure potremo definire quante e di che dimensione dovranno essere le nostre lastre di plexiglass. Per gestire un ripiano servono 3 lastre. La figura che segue, basata sull'esempio di misure dell'immagine precedente, indica le lastre necessarie e le loro dimensioni.


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Per tagliare le lastre della giusta dimensione potete usare il taglierino specifico per plexiglass, il pennarello per tracciare la misura ed il righello metallico per aiutarsi con la lama del cutter nel taglio. La lima può essere utile per eventuali aggiustamenti post taglio sui millimetri eventualmente eccedenti e soprattutto per dare una bella rifinitura pulita ai bordi della lastra.

Una volta ottenute le tre lastre delle dimensioni desiderate posizionarle nel seguente modo: la prima delle due lastre "orizzontali" andrà messa sul ripiano superiore rispetto a quello in cui staranno i nostri album. Non è necessario che la lastra sia della intera profondità del ripiano, poiché a tenerla ferma penseranno i libri posti sul ripiano superiore o eventuali altri album. Fatela sporgere rispetto al ripiano di circa 1,5 cm. La seconda lastra orizzontale andrà appoggiata con le stesse modalità sul ripiano inferiore, quello sul quale appoggerete gli album il cui peso terrà ferma la lastra. Anche in questo caso deve sporgere rispetto al ripiano di 1/1,5 centimetri. La lastra verticale, quella di chiusura dell'anta, se tagliata della misura corretta, si andrà ad "incastrare" perfettamente tra la sporgenza del ripiano superiore e quella del ripiano inferiore. Quattro mollettine trasparenti poste ai quattro lati delle sporgenze serviranno ad evitare che la lastra si sposti durante le operazioni di spolvero o quando la farete scorrere verso destra o verso sinistra per estrarre gli album.

Se intendete allestire il ripiano inferiore a quello appena predisposto la lastra orizzontale sarà solo una, in quanto quella inferiore del precedente allestimento funge già da superiore per quello nuovo.

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All'interno di ogni alloggiamento circola l'aria non essendo una chiusura stagna, può essere inserito un set di sali igroscopici e volendo un piccolo igrometro. Il gioco dell'incastro, stante la flessibilità del plexiglass con spessore intorno ai 3 mm non si adatta molto bene però quando i ripiani della nostra libreria sono un poco più lunghi, circa 1 metro ad esempio.

Per questo frangente, dopo varie sperimentazioni, ho adottato un metodo differente che vado ora ad illustrare, partendo dalle misure necessarie (vedi illustrazione seguente).


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Sono tre le misure che ci serviranno per realizzare il nostro progetto. La prima riguarda la misura precisa della lunghezza del ripiano su cui intendiamo alloggiare i nostri album. Una seconda misura è relativa alla profondità del ripiano, da dividere per due poiché, anche se la lastra di plexiglass di appoggio non copre l'intera superficie del ripiano, saranno gli stessi album, con il loro peso a tenerla ferma. L'ultima misura, che ci sarà utile per le lastre verticali, è quella che copre la distanza tra la superficie di appoggio del ripiano superiore e la superficie di appoggio del ripiano inferiore, valore cui andrà sottratto lo spessore del plexiglas che intendiamo utilizzare.


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La misura precisa del ripiano ci servirà per tagliare il profilo angolare in pvc trasparente. Esso andrà collocato aderente al bordo del ripiano superiore. Libri ed altri album lo terranno fermo con il loro peso. Sul ripiano inferiore, quello in cui staranno gli album, si dovrà appoggiare una lastra della larghezza del ripiano e di circa la metà della sua profondità. Fate sporgere la lastra di 2 cm rispetto al bordo del ripiano poiché tale sporgenza costituirà base di appoggio delle lastre verticali di copertura. Stante l'ampiezza del lume di quest'anta, predisporre due lastre in plexiglass tenuto conto di una sovrapposizione delle stesse di almeno 10/15 cm. Quindi, ipotizzando un ripiano di 98 cm. (vedi illustrazione di esempio) predisponete due lastre di almeno 59 cm. x 47,7 cm. (quest'ultima misura è la distanza tra la superficie del ripiano superiore e di quello inferiore, sottratto lo spessore della lastra posta sul ripiano in orizzontale).

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Ora otterremo che le lastre tenute ferme dal profilo angolare nella parte superiore e poggiate sulla sporgenza della lastra di appoggio nella parte inferiore, scorrano a destra ed a sinistra sovrapponendosi e consentendo di estrarre gli album. Per le operazioni più complesse di spolvero basta rimuoverle e poi riposizionarle.

Questo è quanto per oggi, spero di aver fornito qualche spunto interessante per rendere grazie alle nostre collezioni, senza rincorrere teorie "conservazionistiche" impossibili da applicare tra le pareti domestiche.

Bibliografia essenziale
  • David R. Beech, Guida ai metodi di conservazione,The Postal Gazette, n°1, Ottobre 2006;
  • Collings, T. J. and R. F. Schoolley-West, The Care and Preservation of Philatelic Materials,       British Library / American Philatelic Society, London / State College PA, 1989;