Congiuntamente congiunta
Rieditato per questo sito il 14 settembre 2021

all'interno delle nostre collezioni nazionali
Ma cos'è veramente un'emissione congiunta? A tentare di darne una definizione chiara prova persino il celebre Wikipedia che ne parla come di "un'emissione di francobolli o di altri valori postali concordata fra due o più Paesi per celebrare un personaggio o un avvenimento comune. Queste emissioni servono a sottolineare ed a rafforzare l'amicizia fra i Paesi partecipanti, oltre a far conoscere i propri francobolli ai collezionisti degli altri Paesi", anche se andrebbe aggiunto qualcosa circa la non sempre facile ed immediata reperibilità delle congiunte che un poco cozza con l'ultimo obiettivo così come citato.
Un punto fermo, comunque, lo abbiamo: per parlare di "congiunta" deve essere presente un atto concordato, una sorta di contratto tra le amministrazioni degli Stati che vi concorrono e quindi tra le entità che in questi Paesi sono deputate all'emissione di carte e valori postali. Si tratta di un elemento di non poco conto, non di una ovvietà, giusto per sconfessare quella parte di commercio filatelico che sovente allarga a macchia d'olio il campo delle congiunte, considerando come tali tutte quelle emissioni che, ad esempio, in occasione di una particolare ricorrenza o celebrazione filatelica, richiamano un medesimo soggetto o dichiarano lo stesso intento celebrativo, appellando quindi come "emissione congiunta" qualcosa che non lo è di fatto, ma che assomiglia più ad un inserto tematico che ad un'emissione "concordata" fra due o più Paesi.
In un
recente documento stilato dal Ministero per lo Sviluppo Economico, intitolato
"Linee guida emissione delle carte valori postali" è ribadito
con grande chiarezza che "l’Amministrazione nella elaborazione del
Programma (filatelico ndr) può prevedere la realizzazione di emissioni
congiunte con autorità emittenti estere al fine di favorire i rapporti
istituzionali e gli scambi culturali a livello internazionale. A tale riguardo
si evidenzia che il MiSE, in qualità di Autorità emittente per lo Stato
italiano, è l’unico soggetto titolato ad assumere iniziative ed accordi
con le autorità emittenti estere in
relazione alla realizzazione di emissioni congiunte,
così come di altre iniziative ufficiali nell'ambito delle carte valori postali
e della filatelia".

Tanto per fare citare un caso a titolo di esempio, circa i frequenti fraintendimenti tra quanto è ben chiarito a livello di autorità emittenti, cito una delle congiunte che ho da poco collocato all'interno del mio insieme collezionistico: l'emissione dedicata al centenario della Radio emessa nel 1995.
Accompagnata da altre emissioni con il medesimo tema, uscite in periodi precedenti (la stessa Italia dal 1991 al 1994) così come in momenti successivi (ad esempio lo SMOM il 12 ottobre 1995), la congiunta vera e propria, quella emessa il giorno 8 luglio 1995 coinvolgeva cinque Paesi e le relative entità emittenti: Italia, San Marino, Vaticano, Irlanda e Germania. Dunque, solo per tali francobolli celebrativi può essere riconosciuto lo status di "congiunta" e non possono quindi godere di tale "riconoscimento giuridico filatelico" le numerose emissioni uscite in tutto il mondo aventi lo stesso obiettivo: celebrare i 100 anni della radio.
Una bella
tematica, certo, ma con una congiunta di soli nove francobolli, alla faccia di
chi vorrebbe infilarci dentro emissioni aventi lo stesso intento celebrativo,
prodotte da altri Stati tra il 1995 ed il 1996 come, ad esempio, quella
finlandese o quella di papua Nuova Guinea.

Solo le emissioni frutto di un accordo tra gli Stati ed i loro enti autorizzati alla stampa
di carte valori postali entrano a pieno titolo nei cataloghi filatelici
Appare chiaro che tale elemento fondante, quello di un accordo tra Stati a monte dell'emissione congiunta, diventa il criterio base anche della successiva catalogazione dei valori così emessi. Accordi che non sono affatto scontati, in quanto devono tenere conto di molti fattori che passano dall'interesse collezionistico, dalla tiratura, dalla grafica più o meno concordato e, talvolta, da precise necessità geopolitiche e diplomatiche.
Nel corso del 2014, ad esempio, tre Paesi hanno assecondato le emissioni che il Vaticano fissava per le emissioni di marzo, firmando altrettante congiunte: l’Italia per la canonizzazione di Giovanni XXIII, la Polonia per quella di Giovanni Paolo II e le Filippine per l’omaggio a Papa Francesco nel secondo anno del suo Pontificato. Manila lavora alla sua proposta di congiunta: un francobollo ed un foglietto. L’immagine fotografica del Papa diventa un francobollo da 40 piso, stampato in piccoli fogli da nove, ma anche un foglietto da 200 piso. In quest’ultimo caso, la carta valore è collocata tra lo stemma nazionale e quello della Santa Sede, presenti sulle bandelle laterali. Accade anche che la "postmaster" di Phl Post (l'ente postale filippino), Josefina Dela Cruz, con al fianco il suo assistente Luis Carlos, vola da Manila sino in piazza San Pietro, così da incontrare Papa Francesco durante l’udienza generale e potergli donare la bozza ufficiale della congiunta. Tutto fatto dunque? Nemmeno a pensarci. Le cronache filateliche, infatti, a pochissimi giorni dal debutto battono la notizia: l’omaggio annunciato dalle Filippine per papa Francesco uscirà, ma senza il blocco. “Con nostro disappunto, confidano a «Vaccari news» da Manila, la Città del Vaticano non ci ha permesso di emettere il foglietto. E noi onoreremo l’«accordo»”. E già qualcuno a mormorare di un piccolo incidente grafico, forse collegato allo stemma della Santa Sede, presente su una delle due bandelle laterali. La verità sarà poi rivelata come elemento puramente tecnico: il blocco previsto per il 21 marzo avrebbe rappresentato un extra, peraltro non concordato, rispetto al dentello che l’operatore delle Filippine aveva definito con l’Ufficio filatelico e numismatico vaticano, ma l’aspetto più problematico era la bassa tiratura, fissata ad appena cinquemila esemplari, davvero troppo pochi per il potenziale pubblico interessato all'evento ed all'emissione.
L'esempio di
cui sopra illustra molto bene come dietro ad ogni emissione congiunta si celino
relazioni, talvolta complesse, vera ragnatela di interessi incrociati tra
filatelia, necessità postali e diplomazia, in quanto, e sarebbe bene non
dimenticarlo mai, il tanto vituperato francobollo del terzo millennio resta
ancora un simbolo ed una espressione di sovranità da parte di quello Stato che
ne autorizza l'emissione.

vera ragnatela di interessi incrociati tra filatelia, necessità postali e diplomazia
«Un'emissione congiunta può essere definita tale solo quando due o più amministrazioni postali indipendenti raggiungono un accordo per emettere nuovi francobolli o oggetti per uso postale con un argomento comune e li emettono in un intervallo di tempo predefinito. »
Approfondimento: il documento classificatorio di Joint Stamp Issue


L'emissione congiunta del 23 aprile del 1997 che celebrava il 1000º anniversario della morte di sant'Adalberto da Praga ha coinvolto ben cinque amministrazioni postali. La serie emessa dalla Polonia era composta di tre valori, di cui soltanto uno "gemello" dei valori concordati nella congiunta
Si parla, invece, di congiunta parallela in tutti quei casi in cui la data di emissione è la medesima, ma il design e lo stile del francobollo sono differenti tra di loro. La "Piccola Intesa" fu un sistema di alleanze tra la Cecoslovacchia, il Regno di Romania e quello di Iugoslavia nel periodo tra le due guerre mondiali (1920-1938), che ebbe come scopo principale la difesa dall'irredentismo ungherese. Per celebrare questa unione geopolitica, nel 1937, le poste dei rispettivi paesi emisero una serie di francobolli ciascuna. Il bozzetto era differente per tutti i Paesi, mostrando monumenti architettonici nazionali, ma un piccolo segno grafico composto da tre cerchi ne tradiva la genuinità in quanto ad "emissione congiunta".

L'emissione congiunta gemella
non è difficile da identificare, si tratta di francobolli o di altri valori
postali identici, fatta salva la valuta ed il nome del Paese. I francobolli
delle diverse entità statali sono emessi nello stesso giorno o, al più tardi,
nel giro di qualche giorno dalla prima emissione.
Al contrario, quando il design è identico, ma il ritardo nell'emissione dei
francobolli di un Paese è superiore a tre giorni rispetto a quella dell'altro o
degli altri Stati che vi partecipano, difficilmente i puristi parleranno di una
vera e propria emissione congiunta, ma di una emissione concertata o concordata
(emission concertée). Le situazioni che si possono verificare sono, ad esempio,
la presenza di un bozzetto uguale, ma con forte differenza nella data di
emissione, così come una identica data di uscita per un medesimo evento, ma un
design differente e nessuna menzione sui francobolli circa una cooperazione
filatelico postale. Vero è che qualora sia disponibile una prova, ad esempio
una specifica sul bollettino filatelico o un decreto circa l'atto
concordatario, che entrambe le amministrazioni postali abbiano inteso lavorare
insieme, sarebbe però difficile escludere tali francobolli dal genere
concordatario. Alcuni sistemi classificatori fanno riferimento ad emissioni
"ritardate" per casi analoghi a quello sopra descritto, ma mi pare
che ciò generi più confusione che altro.

L'emissione gemella dedicata a Colombo ed alla scoperta dell'America con emissioni di Italia, Spagna, Portogallo e Stati Uniti in una serie di 16 francobolli stampati su 6 foglietti

Francobolli della congiunta siamese tra Italia e San Marino emessi sia in fogli da 20 esemplari con 20 chiudilettera, sia in foglietto, accoppiato in tête-bêche. Si può facilmente distinguere il francobollo proveniente da foglietto perché sul retro reca la scritta
"valido postalmente solo a San Marino" o "valido postalmente solo in Italia".

Un buon esempio di emissione unica lo offrono Svizzera e Liechtenstein che nel 1995 per celebrare un accordo bilaterale emettono un unico francobollo valido in entrambi i Paesi.
Non si può parlare di emissione congiunta quando le entità postali o governative emittenti sono solo dipendenze o colonie del principale Paese emittente. Sarebbe, in tal caso, più opportuno parlare di "emissioni comuni". Anche in questa fattispecie esistono però possibili eccezioni: qualora i Paesi dipendenti siano dotati di Amministrazioni postali assolutamente autonome e all'emissione partecipino anche altre nazioni non dipendenti, allora i francobolli così stampati andranno ricollocare in una delle categorie che ho già avuto modo di elencare.
Non c'è
alcun dubbio, invece, su tutte quelle iniziative postali volte alla emissione
di carte valori nate per un evento comune, ma con progettazione e data di
emissione diverse, senza alcun accordo tra le parti: non si tratta di
emissioni congiunte, ma di emissioni comuni, valide quindi per una
eventuale specifica tematica, ma certamente fuori dal contesto di cui stiamo
parlando.
Collezionare emissioni congiunte permette di scoprire storie spesso poco note
che accomunano più Paesi, temi d’interesse condiviso, rapporti internazionali
che, talvolta, corrono sottotraccia o sono riservati agli addetti ai lavori. È
importante, quindi, lo sforzo fatto dalla community di "Joint Stamp
Issue" di offrire un meccanismo di riferimento e di standardizzazione per
chi si occupa e si appassiona alle emissioni congiunte. Su tale sistema classificatorio
si è in larga parte basato Richard Zimmermann, ovviamente supportato da altri
appassionati (per l’Italia da Enzo Cafaro), per catalogare tutte le cartevalori
in argomento, alcune firmate da realtà poco sensibili dal punto di vista dalla
comunicazione. È il “Catalogue of joint issues”. L’aggiornamento, targato 2018,
è il dodicesimo della serie e comincia da oltre mezzo secolo fa a testimoniare
che il settore riserva sempre sorprese interessanti.

Accanto alla copertina del catalogo delle congiunte firmato da Richard Zimmermann, l'immagine del foglietto emesso il 27 novembre 2015 per Elisabetta II capo del Commonwealth: comprende ventisette francobolli di altrettanti Paesi, più una vignetta.
L'emissione Europa, conosciuta fino al 1992 anche come Europa-CEPT, è un'emissione annuale di francobolli, con un medesimo soggetto o uno stesso tema, prodotti dai paesi membri della Comunità europea (1956-1959), della CEPT Conferenza Europea di Poste e Telecomunicazioni (1960-1992) e, per finire, di PostEurop dal 1993. PostEurop è l'associazione degli operatori postali pubblici europei, aderenti all'Unione postale universale (UPU), che è nata nel 1993 e conta 52 paesi membri. La prima serie del giro data il 15 settembre 1956, emessa da parte delle amministrazioni postali dei sei paesi aderenti alla CECA, la comunità europea del carbone e dell'acciaio, embrione di quella che diverrà poi l'Europa Unita; i francobolli presentano il medesimo soggetto: una torre in costruzione costituita dalle lettere della parola latina Europa, circondata da un'impalcatura con, sullo sfondo, una sventolante bandiera federalista.

Con l'augurio che questo improvvisato ripasso sia apprezzato anche dai più colti di me sulla materia, concludo ricordando che, come per i precedenti album, a loro volta riorganizzati rispetto all'assetto originale ed arricchiti di nuovi valori mancanti, ho provveduto alla digitalizzazione e li ho resi fruibili online attraverso questo blog, secondo la mia personale idea che ogni nostra collezione può trasformarsi un uno straordinario percorso didattico e visuale da condividere.
Bibliografia essenziale
- AA.VV., The Joint Stamp Issues Society, Definition and Classification System, consultato in data 16.07.2017
- Ministero dello sviluppo economico, "Linee guida per l'emissione di carte valori postali"
- Ministero dello sviluppo economico, "Emissione congiunta Vaticano Unità d'Italia"
- AA.VV., Articoli sulle emissioni congiunte, www.vaccarinews.it, consultato in data 15.07.2018
- Richard Zimmermann, "Catalogue of joint issues", 2016