C'è tutto un mondo intorno. La collezione fuori dagli argini
Mi ha sempre colpito l’aspetto multidisciplinare delle raccolte museali in genere, così come la capacità di dare vita ad un racconto entusiasmante, anche con pochi semplici pezzi. Nell'abitudine a raccontare le mie scelte collezionistiche ed a raccontarmi attraverso di esse, continuerò ad avvalermi di esempi reali, cercando quel trait d’union tra ciò che, pur non avendo nulla a che fare con la filatelia e le discipline ad essa collegate, può offrire ad un collezionista filatelico uno spunto alla costruzione del proprio percorso espositivo cercando nuove strade, puntando oltre gli orizzonti conosciuti.
Ad afferrarmi più di ogni altra cosa è stata però una sala in particolare: sotto un grande cielo stellato, in cui spiccano l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore, il visitatore riscopre l’importanza che fin dai tempi antichi e in tutto il mondo l’orso riveste nella nostra cultura: dall'orso di carta dei cartoni animati a quello che rivive nelle fiabe popolari, sino all'orso che ha ispirato il nome di borghi e cittadine o a quello che posa austero per gli stemmi di città in ogni parte del mondo. Ma c’è anche quello che si offre come protagonista indiscusso in film di successo sino all'orso testimonial nella pubblicità.
Sì! E’ vero, mi sono subito accorto che poteva starci parecchio bene in quella sala anche l’amico plantigrade raccontato dai francobolli, ma il concetto che tale sala ha comunque espresso pianamente è quello dell’approccio multidisciplinare. Un modo di sviluppare un tema, l’orso, non solo analizzandolo e mostrandolo al visitatore per quello che è: un peloso e grosso mammifero onnivoro che durante l’inverno va in letargo e che nella bella stagione scorrazza tra i boschi grattandosi la schiena sui tronchi degli alberi. Ma cercando di raccontarlo anche per quello che esso rappresenta fuori dal regno animale o dal puro profilo zoologico.
Esso dunque testimonia, più per il passato, che per il presente il bisogno dell’uomo di far viaggiare da un luogo all'altro, da una persona all'altra, la parola scritta. Le pagine di ogni album si potrebbero quindi limitare a mostrare i nostri francobolli perfettamente incasellati e ciò basterebbe, lungo la linea cronologica che ne scandisce le emissioni, a documentarne il fine postale. Il ricorso alla parola posta però ci suggerisce che ogni francobollo è anche protagonista indiscusso della storia postale del nostro Paese e che quindi ogni missiva sulla quale è stato applicato il francobollo (o non è stato incollato quello specifico francobollo per determinate o impreviste motivazioni) costituisce un tassello importante per raccontare l’evoluzione del sistema postale, le modalità con cui, nel corso degli anni, esso è mutato, di pari passo ai cambiamenti della società, dei costumi, del modo di comunicare. Ecco che allora, nel mio quinto album, il centenario delle poste italiane diventa pretesto per un viaggio al tempo della diligenza.
La scansione del tempo accompagna dunque i mutamenti avvenuti in ogni epoca ed è ancora il francobollo a prendere la parola, questa volta come cronista della storia, facendosi lui, in primis, narratore del suo tempo. Ogni dentello incornicia quindi un fatto, un avvenimento, un momento storico particolare. Perché, dunque non utilizzare l'emissione per la settima giornata del francobollo, che riproduce l'asse viario principale della penisola, per incamminarsi in un divertente fuoriprogramma dedicato proprio all'Autostrada del Sole?
Se poi ci soffermiamo ad analizzare meglio alcune particolari epoche ecco allora che il binomio francobollo e strumento di propaganda diventa inscindibile, pensiamo ad esempio a quale eccezionale mezzo, grazie alla sua diffusione, esso ha rappresentato per ogni regime. Rappresentando quel valore postale, al di sopra ogni altro strumento divulgativo, l’affermazione di sovranità sopra un territorio. Ancor più ove, quei valori soprastampati da eserciti di occupazione e governatorati militari, avevano il preciso compito di identificare vincitori e vinti, occupanti ed occupati. Lo era in passato come oggi, tanto che il ricordo nel 1970 del celebre raid aeronautico Roma - Tokio si è trasformato, in questo mio quinto album, in un vero volo sopra e dentro la storia delle grandi trasvolate.
Ma ogni francobollo, in quello spessore minimale, nasconde una doppia dimensione. Ciò che i dentelli racchiudono sono talvolta storie multiple, storie nelle storie, sovrapposizioni evocative che mettono in relazione l’epoca di emissione con quella che il bozzetto intende celebrare. Un esempio? Un francobollo però è anche arte, anzi è doppiamente arte. Lo è perché accanto al dentellato che racchiude e quindi mostra, racconta, illustra l’opera d’arte più o meno celebre, c’è anche l’artista che lo ha fatto nascere al bulino, colui che ne ha decretato la genesi impastando la tecnica e la sensibilità che ogni artista miscela dentro di sé.
Un’arte che, nel corso degli anni, ha fatta sua anche l’evoluzione tecnologica che ha accompagnato la stampa di ogni valore postale. (parlare di macchine e tecniche, di filigrane e dentellature). Tutto questo per dire che i propri francobolli possono offrirci, quale ideale modalità espositiva, numerose divagazioni per insoliti e differenti fuori programma, grazie a quell'approccio multidisciplinare che da quell'unico francobollo ci consente di spaziare ben oltre l’orizzonte dentellato che ne delimita i fisici confini.
Bibliografia essenziale
- Franco Filanci, Dizionario di storia postale, Cronaca Filatelica Speciale n°2, settembre ottobre 1997