2019: un anno fuori formato con il foglietto Maccari
Articolo originariamente pubblicato il 17 maggio 2020
Rieditato per questo sito il 17 settembre 2021
Da sempre ho interpretato il mio modo di collezionare non come una modalità per riempire caselle o taschine vuote, ma come un modello didattico espositivo, dando ai miei reperti dentellati la stessa dignità degli oggetti che, nelle vetrine di un museo, raccontano ai visitatori una storia, alimentano l'immaginazione e la voglia di approfondire.
Come ho più volte ribadito, le nostre collezioni non possono più restare
patrimonio unico individuale di noi raccoglitori, ma devono esondare
dagli argini del compiacimento individuale, pena la sopravvivenza della
filatelia stessa, e straripare nel mondo circostante. Sta a noi decidere
come. L'importante è offrirsi, così come fa normalmente un museo, ad
una missione educativa e culturale. Quella di preservare l’integrità
degli oggetti come elementi del nostro patrimonio culturale e quella di
contribuire alla crescita della società, compito che deve realizzare
attraverso la ricerca e la missione educativa. Le funzioni base del
museo moderno, così come riportato da una bella tesi di laurea di Marco
Peri (vedi bibliografia) sono cinque; le prime tre corrispondono alle
funzioni storiche e sono: il recupero, la conservazione e la tutela dei beni culturali.
Un po' quello che ogni collezionista che si rispetti fa: ricercare i
francobolli che caratterizzano il suo percorso di indagine, adottare le
migliori misure per la conservazione e quindi tutelarne l'integrità e la
memoria.
Seguono la produzione culturale, che in altre parole è la ricerca scientifica ed ultima, ma non ultima, la trasmissione culturale, vale a dire la divulgazione dei contenuti e delle ricerche svolte dal museo nel quale entra in gioco il ruolo della didattica. Essa è considerata lo strumento principale per garantire al museo un’azione culturalmente incisiva per la società. Non dissimile, se ci pensiamo bene, dall'attività di molti filatelisti che studiano, indagano e ricercano per poi pubblicare o comunque diffondere e condividere le proprie scoperte e le conoscenze acquisite. Credo siano concetti importanti da ribadire, punti focali di un hobby che nel passato ha vissuto la gloria di essere tra i più diffusi ed apprezzati del pianeta, ma che oggi, con la progressiva ed inesorabile dismissione del francobollo quale elemento portante della "posta", sta evolvendosi e subendo una metamorfosi.
Seguono la produzione culturale, che in altre parole è la ricerca scientifica ed ultima, ma non ultima, la trasmissione culturale, vale a dire la divulgazione dei contenuti e delle ricerche svolte dal museo nel quale entra in gioco il ruolo della didattica. Essa è considerata lo strumento principale per garantire al museo un’azione culturalmente incisiva per la società. Non dissimile, se ci pensiamo bene, dall'attività di molti filatelisti che studiano, indagano e ricercano per poi pubblicare o comunque diffondere e condividere le proprie scoperte e le conoscenze acquisite. Credo siano concetti importanti da ribadire, punti focali di un hobby che nel passato ha vissuto la gloria di essere tra i più diffusi ed apprezzati del pianeta, ma che oggi, con la progressiva ed inesorabile dismissione del francobollo quale elemento portante della "posta", sta evolvendosi e subendo una metamorfosi.
Sono sempre di più i percorsi museali che ricorrono alla filatelia
nei loro processi di produzione culturale
nei loro processi di produzione culturale
L’obiettivo che oggi dobbiamo porci, in quanto collezionisti, è il medesimo del museo. Non possiamo quindi più solo parlare di un semplice recupero o di una inerte conservazione degli oggetti. Quello che facciamo nel cercare di dare un accomodamento logico ai nostri reperti è qualche cosa di più complesso, un insieme di azioni che partendo dal recupero e dalla tutela, tende nel suo insieme ad una utilizzazione del materiale finalizzata ad un intervento di trasmissione culturale, di elaborazione critica e, quindi, di produzione culturale. Lo sto facendo ora scrivendo queste cose, finalizzate al motivare una scelta puramente espositiva che però, ad analizzarla con attenzione, nasconde un progetto divulgativo nemmeno tanto nascosto. Che sia per i propri figli, per i nipoti, per gli amici o per coloro che la collezione la sfoglieranno dal vivo o in digitale, non ha importanza. In quanto elemento di trasmissione di una conoscenza, è una evidente attività di divulgazione culturale.
Non vi stupirete dunque se, innanzi a tale mia placida dichiarazione, ammetto di essere affetta da una sorta di fanatismo per le modalità espositive con cui gestisco i miei francobolli e ogni altro reperto di questi miei territori di carta. Il 2019 è stato per l'area italiana un anno davvero fuori formato, una sorta di prova speciale per le persone come me, in modo particolare per due emissioni che hanno sbeffeggiato i nostri classici fogli formato 270 x 290 (ma anche i più semplici A4), sia per la doppia dimensione che per quella terza dimensione rappresentata dallo spessore.
Per l'idea di un fuori formato ho
scelto un'immagine tratta
dalla copertina della rivista filatelica "La
lente", periodico dedicato
agli abbonati alle emissioni delle Poste
elvetiche
Ma andiamo con ordine. Il primo fuori
formato è rappresentato dall'emissione di Poste Italiane di un
francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Patrimonio
artistico e culturale italiano” dedicato a Cesare Maccari, nel
centenario della scomparsa. Questo pittore di cui non molti conoscono
l'opera, è vissuto tra il 9 maggio 1840 ed il 17 aprile 1919. A Roma
ottenne l’incarico di professore onorario di pittura all'Accademia di
Belle Arti e nel 1875 entrò a far parte della commissione nominata per
realizzare il bando pubblico inerente al progetto del Palazzo delle
Esposizioni, che fu inaugurato nel 1883. Contemporaneamente fu
incaricato di realizzare altre opere, tra cui una rappresentazione
destinata all'edificio che adesso accoglie il presidente della
Repubblica, ovvero il Quirinale.
L'omaggio filatelico è un francobollo “B”, equivalente all'emissione ad un valore pari a 1,10 euro ed utile per inviare cartoline o lettere di primo porto ordinarie all'interno dell'Italia. Si presenta in confezioni da cinquanta esemplari gommati, mentre la tiratura tocca i cinquecentomila esemplari. La vignetta riproduce un particolare dell’affresco “Cicerone inveisce contro Catilina” e raffigura proprio Cicerone. Fa parte di un ciclo pittorico, realizzato dall'artista tra il 1881 e il 1888, ubicato nella sala Gialla di palazzo Madama, sede del Senato.
Al francobollo, ed ecco l'inghippo, si aggiunge un minifoglio, nella misura extra pari a mm. 324 x 110. Esso contiene due dentelli identici a quello emesso in solitaria, cui si affianca una vignetta senza valore che cita Catilina. Il blocco riproduce l’affresco due volte, in bianco e nero ed a colori. È stato prodotto in cinquantamila copie (quindi impiegando centomila cartevalori). Ma la favola del Maccari, per lo meno quella dentellata, non è finita: il minifoglio è “per la prima volta numerato” ed è inserito anche all'interno di un libretto stampato in trentamila unità; quest'ultimo contiene tutte le immagini dei dipinti realizzati dall'autore e presenti nella sala.
L'omaggio filatelico è un francobollo “B”, equivalente all'emissione ad un valore pari a 1,10 euro ed utile per inviare cartoline o lettere di primo porto ordinarie all'interno dell'Italia. Si presenta in confezioni da cinquanta esemplari gommati, mentre la tiratura tocca i cinquecentomila esemplari. La vignetta riproduce un particolare dell’affresco “Cicerone inveisce contro Catilina” e raffigura proprio Cicerone. Fa parte di un ciclo pittorico, realizzato dall'artista tra il 1881 e il 1888, ubicato nella sala Gialla di palazzo Madama, sede del Senato.
Al francobollo, ed ecco l'inghippo, si aggiunge un minifoglio, nella misura extra pari a mm. 324 x 110. Esso contiene due dentelli identici a quello emesso in solitaria, cui si affianca una vignetta senza valore che cita Catilina. Il blocco riproduce l’affresco due volte, in bianco e nero ed a colori. È stato prodotto in cinquantamila copie (quindi impiegando centomila cartevalori). Ma la favola del Maccari, per lo meno quella dentellata, non è finita: il minifoglio è “per la prima volta numerato” ed è inserito anche all'interno di un libretto stampato in trentamila unità; quest'ultimo contiene tutte le immagini dei dipinti realizzati dall'autore e presenti nella sala.
Il minifoglio fuori formato di Cesare Maccari
Per il francobollo a fogli non ci sono stati particolari problemi: era
disponibile già dal 15 novembre. Qualche problemino in più lo hanno
presentato i cinquantamila minifogli, visto che la limitata
disponibilità, in solo qualche sede postale particolarmente fortunata,
ha creato non poche ansie facendo lievitare il costo di quel piccolo
numero di minifogli nella versione non numerata (sono ventimila) e
il cui facciale sarebbe di 2,20 euro, in quanto comprende due
francobolli “B” identici, raffiguranti Cicerone. La non facilità di
reperimento ha portato alcuni collezionisti a "lanciarsi" sul cofanetto,
prodotto in milleduecento pezzi, in vendita ad 80 euro, che, oltre al
famigerato minifoglio non numerato, conteneva anche la busta primo
giorno, la cartolina, bollettino illustrativo e tessera, oltre alla
serie divisionale di nove monete, una delle quali, in argento.
Ammesso di essere riusciti a procurarselo il tanto ambito minifoglio, e
badate bene "non piegato", si pone ora il problema di esporlo
adeguatamente in collezione. Come conservarlo data la sua misura di mm.
324 x 110? Io ho adottato un sistema autocostruito, ma che trovo ben si
sposa con l'insieme della collezione. In primis mi sono procurata una
cartellina marca Pigna, serie Monocromo. Si tratta di una cartella in cartoncino monocromatica, dotata di tre lembi e di un dorso di cm. 1,2. Questo la rende ben richiudibile ed inseribile in scaffale al pari delle cartelle filateliche.
Raccoglitore dedicato al minifoglio Maccari
A questo punto ho provveduto ad elaborare una scheda storico filatelica
che ho applicato nella parte interna della copertina, a sinistra
osservando la cartella aperta. Sulla parte di destra, quella più interna
(ove sono presenti i lembi ripiegabili), utilizzando due taschine
adesive per foglietti posizionate affiancate, ho creato una tasca di
riparo in cui collocare, adeguatamente protetto, il minifoglio. Sotto la
tasca così creata una scheda in cartoncino bianco riporta, su un lato,
la descrizione del reperto dentellato. L'insieme è una sorta di piccola
stanza virtuale, all'interno del mio percorso espositivo, creata per
mostrare un reperto che, per le sue particolari dimensioni, meritava uno
spazio tutto suo.
Ecco la cartella 803 inserita nella guida alla mia collezione
Ma per chi si muove nell'area italiana, il Maccari fuori misura non è
stato l'unica emissione con qualche problemino sull'aspetto espositivo e
di collocazione. Tra le varie emissioni, una in particolare datata 11
febbraio ed elaborata dalle Poste di piazza San Pietro, ha creato una
certa concitazione: quella dedicata al novantesimo anniversario dei
Patti lateranensi. Una ricorrenza "congiunta" ed importante che ricorda
quel 1929 in cui l’Italia e la Santa Sede stabilirono formalmente le
relazioni bilaterali, la prima interlocutrice riconoscendo
l’indipendenza e la sovranità della seconda.
Sin dal primo momento in tanti si sono domandati come, dal momento che
il folder non poteva considerarsi prodotto parallelo alla stregua dei
tanti che seguono le emissioni commemorative, lo stesso si sarebbe
potuto inserire in collezione. Questo perché, una volta asportato il
francobollo in tessuto e la busta FDC per collocarle nei fogli d'album
predisposti all'uopo, quel bell'oggetto porporato si sarebbe perduto in
qualche cassetto, finendo nell'oblio. L'idea poteva essere quella di
replicare quanto ho fatto per il minifoglio Maccari, ma in questo
frangente una mano in cambio di 9 euro l'ha offerta Marini che ha
editato una pagina in speciale cartoncino stampata con le stesse
caratteristiche grafiche di tutti gli Album Marini e corredata di
un’innovativa tasca per contenere il folder dedicato al 90° anniversario
della Fondazione dello Stato della Città del Vaticano.
Il particolare foglio per il Folder elaborato da Marini
In tal modo è possibile così
conservare all'interno dell’album tradizionale, non solo il francobollo e
la busta primo giorno, ma anche il folder. Resta da considerare però
che, dato lo spessore che equivale a quello di fogli di un'annata,
quella cartella a 22 anelli avrà una capienza ridotta rispetto a quella
tradizionale, anche in funzione del fatto che l'assetto centrale del
folder, pur equilibrando il carico dello spessore, tenderà a far
flettere i restanti fogli se la cartella ne dovesse risultare
sovraccaricata.
Come sempre si tratta di divagazioni da collezionista, chiacchiere da circolo filatelico d'altri tempi. Ma è pur sempre di filatelia e francobolli che abbiamo parlato e questo, a parer mio, non è mai tempo perso!
Come sempre si tratta di divagazioni da collezionista, chiacchiere da circolo filatelico d'altri tempi. Ma è pur sempre di filatelia e francobolli che abbiamo parlato e questo, a parer mio, non è mai tempo perso!
Bibliografia essenziale
- Marco Peri, La didattica nel museo tra arte e educazione, Tesi di laurea in lettere, Anno Accademico 2003/2004
- AA.VV., Cicerone inveisce contro Catilina,Vaccarinews, 15 novembre 2019 (consultato il 10.05.2020);
- AA.VV., Capitolo Maccari i chiarimenti,Vaccarinews, 19 novembre 2019 (consultato il 10.05.2020);
- AA.VV., Maccari da piegare,Vaccarinews, 25 novembre 2019 (consultato il 10.05.2020);