L'Italia repubblicana di Guido Crainz. Istruzioni per l'uso per celebrare la festa della Repubblica

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Avvertenza
Valutazione e recensione sono frutto del mio personale gusto individuale, delle mie preferenze letterarie, così come la valutazione che assegno. E' quindi più che comprensibile, anzi auspicabile, che molti non la pensino come
 me. Detto ciò: ogni libro è fatto per essere letto.

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La mia valutazione su questo libro:
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Il 2 giugno si festeggia nel nostro Paese la festa della Repubblica. Ma quanti, oggi, a distanza di quasi settant’anni da quel 2 giugno 1946 ricordano la fine di una monarchia che usciva dalla guerra con le ossa rotte e la nascita del nuovo corso repubblicano? Per rinfrescare la memoria ecco questo libretto (per il formato, non certo per i contenuti) che Giunti pubblica in una collana chiamata XX Secolo e della quale, dalla data di uscita del 2000, ha ristampato diverse edizioni.

Guido Crainz, l’autore, è docente di storia contemporanea nella Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Teramo, dove nel 2004 ha fondato, divenendone primo direttore, l'Archivio audiovisivo della memoria abruzzese. Collabora con il quotidiano La Repubblica e il magazine di Rai Storia Italia in 4D. Ha scritto diversi saggi sulla storia dell’Italia del dopoguerra e in questo libro, volutamente riassuntivo e schematico, condensa i passaggi fondamentali dell’Italia repubblicana, non dimenticando, pur in forma didascalica, elementi di contorno e di colore che servono ad offrire al lettore non specializzato una visione più dinamica e contestualizzata della nostra storia. Più leggera anche, certamente non accademica. Non è un caso dunque che l’immagine di Alberto Sordi primeggia sulla copertina.

La lettura è veloce, spezzata da riquadri tematici e da numerose fotografie che ne rendono più snella la consultazione e, per chi è meno giovane, risvegliano la memoria su eventi già conosciuti, ma sovente sopiti in qualche angolo del cervello. Crainz ci offre un percorso intenso, a tratti sofferto, condito da speranze e di delusioni, da ferite non ancora rimarginate, da mutamenti non sempre previsti dalla politica e dalla sovrapposizione generazionale. Dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra il nostro Paese ha instaurato un sistema democratico e parlamentare che ha assicurato libertà e crescita economica, da nazione prevalentemente agricola è diventata una forza economica industriale e di conseguenza anche la società ha registrato cambiamenti radicali.

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L'autore e la copertina di questo libro

Il racconto si orienta in una schematica suddivisione cronologica dove, in ogni fase si identifica un “passaggio” della politica, dell’economia o della società italiana. Così nelle “fondamenta” si affronta dal punto di vista storico e della cronaca la fine del conflitto, la nascita della Repubblica, i nuovi schieramenti politici e sindacali, la crescita economica e gli aiuti americani. All’interno poi si aprono finestre di sintetico ma efficace approfondimento quali: la responsabilità della cultura, l’uscita del libro “Cristo si è fermato a Eboli”, il Piano Marshall e il Patto Atlantico, le rivolte contadine, il neorealismo, l’appello dei 101, le dispute sui confini.

Alle soglie degli anni Sessanta la vita quotidiana degli italiani è stata scandita da nuovi consumi e nuove abitudini e l'ingresso nella "modernità" ha coinciso con il varo di una nuova formula di governo, quella del centrosinistra, in un rinnovato clima di speranze. Lo schema narrativo quindi si replica con Il miracolo economico e il centrosinistra, con la grande stagione dei movimenti dall'autunno caldo del ‘68 con rivolte studentesche ed operaie, fino alla fase stragista ed alla strategia della tensione (con focus interessanti sulla scuola, sul tema della violenza e non violenza, sulla condanna di Don Milani, la parità tra uomo e donna i temi della contraccezione e dell’aborto).

La conflittualità sociale degli anni Settanta, la crisi economica, l'insorgere del terrorismo, il degrado delle istituzioni e del sistema politico, l'offensiva della mafia hanno contrassegnato una lunga fase di involuzione che l’autore ci racconta attraverso rapide informazioni sulla crisi della Repubblica, sulle infiltrazioni mafiose e gli anni del famigerato pentapartito. Sono a chiudere il libro gli episodi che porteranno al tramonto della "prima repubblica", caratterizzato dal crepuscolo dei partiti che avevano dominato la vita politica degli ultimi cinquant'anni, dove sono crollate le frontiere ideologiche e l'Italia è tra i Paesi più industrializzati del mondo, ma ha ancora bisogno di trovare la strada per una nuova e condivisa "cultura delle regole", concetto amplificato dalla fase di Tangentopoli.

A fondo volume una ricca bibliografia per andare oltre e un quadro cronologico degli eventi principali. Va da sé che il concept dell'opera non la rende esaustiva e la pone come un punto di partenza per un eventuale approfondimento. Per chi si accontenta però, leggere questo saggio, non particolarmente impegnativo per la formula con cui è stato costruito, quasi un piccolo manualetto storico, è forse il modo migliore per celebrare degnamente e con la testa la festa della Repubblica.