Francobolli del Vaticano: tenere la rotta

Articolo originariamente pubblicato il 23 febbraio 2019
Rieditato per questo sito il 14 settembre 2021

Passo dopo passo, procede il mio intento di consolidare il percorso filatelico dedicato alla Città del Vaticano, itinerario dentellato a cui già avevo dedicato due precedenti post in questo mio blog. Ammetto che, nel progetto espositivo cui sto lavorando, la storia filatelica del piccolo Stato (per il momento dall'evento concordatario ad oggi) mi ha particolarmente affascinato. 

Mutuando quanto racconto dal sito ufficiale dell'Ufficio Filatelico della Santa Sede, approfitto per ricordare ai meno esperti che lo Stato Pontificio introdusse i francobolli il 1° gennaio del 1852. Nello Stato il servizio postale era considerato della massima importanza ed era efficientissimo: dipendeva dal Cardinale Camerario di Santa Romana Chiesa che promulgava le leggi relative ai servizi mediante appositi editti e fissava le relative tariffe. Quando però parliamo di Città del Vaticano la linea temporale si sposta decisamente in avanti. Fu, infatti, solo in base all'articolo 2 dei Patti Lateranensi del 2 giugno 1929, che l’Italia riconobbe alla Santa Sede "la sovranità nel campo internazionale, come attributo inerente alla sua natura, in conformità alla sua tradizione, ed alle esigenze della sua missione nel mondo". Di conseguenza furono riconosciuti i diritti del nuovo Stato sotto ogni profilo, incluso quello di poter gestire servizi postali propri. Lo Stato della Città del Vaticano fu ammesso all'U.P.U. (Unione Postale Universale) a partire dal 1° giugno 1929. Alla fine dello stesso mese estivo fu conclusa tra Città del Vaticano e Italia una Convenzione per l’esecuzione dei servizi postali, in base agli accordi di Stoccolma del 28 agosto 1924 ed alla Legge Fondamentale dello Stato del Vaticano e quella sulle Fonti del Diritto, rispettivamente n.1 e n.2 del 7 giugno 1929, di emanazione pontificia. L’attivazione del servizio postale vaticano fu stabilita dall'ordinanza VIII del 30 luglio 1929 ed ebbe inizio a partire dal successivo 1° agosto. 

Fatta la necessaria introduzione storico postale, torno al punto focale di questo mio ennesimo intervento, teso a raccontare il mio modo di costruire e vivere la collezione. La grande sfida per sviluppare un percorso convincente resta quella di mantenere salda la rotta. Obiettivo, quest'ultimo, di ogni collezionista che si rispetti, indipendentemente dal viaggio che sta facendo, sia esso un articolato ed accademico studio sugli antichi Stati o una tematica sugli invertebrati che popolano il pianeta Terra. Mantenere la rotta è fondamentale per gestire al meglio il proprio budget, specie se non illimitato come il mio, ma compresso tra le esigenze familiari e la quotidiana sopravvivenza di una crisi che stenta a sublimare. Ma è anche lo strumento per non offrire sostegno alle teorie freudiane che sostengono che "accumulare oggetti soddisfi bisogni legati al sesso".

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Sigmund Freud doveva sapere bene come la sua passione di catalogare reperti archeologici (ne possedeva circa duemila) appagasse piaceri erotici dell’infanzia: collezionare, in fondo, è creare un piccolo mondo dove esercitare una padronanza e una gestione totali.

Se è inutile ricordare (in primis a me stessa) che tra i due, l'accumulo compulsivo ed il sesso, saprei cosa scegliere oltre ogni ragionevole dubbio, non è affatto scontato che l'odierno raccoglitore collezionista non sia tentato nel cedere alle lusinghe di estemporanee divagazioni che, se pur belle ed interessanti, poco hanno a che vedere con gli obiettivi che ci è posti all'inizio del proprio progetto. Complici gli infiniti input e gli accattivanti richiami della Comunity e di un mercato on line "H24" sempre disponibile ed a portata di clic! Per questo, nell'approcciare alle emissioni vaticane, sin da subito mi sono posta tempi ed obiettivi, compatibilmente con le risorse economiche destinabili al progetto. Ho sempre voluto evitare di trovarmi uno studio stipato di fotogrammi dentellati, ognuno dei quali parte di un film diverso, senza mai riuscire ad organizzare una visione d'insieme dove almeno le singole puntate della storia avessero un inizio ed una fine. Un approccio museale chiaro è fondamentale per la godibilità e la comprensione del proprio percorso collezionistico.

Il modo di vivere la collezione, quindi anche le modalità con cui articolarla, è chiaramente parte delle dinamiche culturali dello stesso collezionista e del mondo che lo circonda più intimamente. Se le dinamiche culturali mutano, cambia conseguentemente il modo di vivere, costruire, adattare, esporre la propria collezione.

La filatelia è straordinaria anche per questo: la medesima collezione, in quanto ad emissioni sovrane, tematica o periodo storico, può avere connotazioni assai differenti. Può offrire spazi di approfondimento e di riflessione anche antitetici tra di loro. Posso tranquillamente portare all'attenzione di chi mi legge alcuni esempi che mi hanno coinvolto in prima persona, arricchendo il mio bagaglio di collezionista. Penso, ad esempio, alla collezione dei francobolli del Territorio Libero di Trieste e di Trieste B. Con i medesimi valori in casella, la cronaca storica parte del mio primo impianto espositivo, mostrava una significativa differenza con quella che un amico collezionista sloveno, vissuto nel clima ideologico post titino della ex Jugoslavia, presentava esponendo i propri valori. Stessi francobolli, racconti differenti, diverse dinamiche culturali. Affascinante per dei piccoli pezzi di carta gommata!
Altro esempio illuminante è quello del confronto con una diversa generazione di collezionisti o apprendisti tali. Un tema spinoso, sovente mal digerito da chi fatica a dare sostanza ad un modo di collezionare diverso da quello a cui la nostra storia di raccoglitori ci ha abituato, probabilmente educato. Nel confronto generazionale è sovente la stessa metodologia didattica offerta dal collezionismo filatelico che necessita di un adattamento per fa sì che, adeguandosi ai tempi che cambiano, essa sia mezzo di intrattenimento pienamente godibile, ma anche strumento educativo e formativo coinvolgente, veicolo di ulteriore, quanto necessaria promozione. Oggi anco di più, visto che di lettere o cartoline affrancate ne circolano ben poche e non si può quindi contar nemmeno più sulla corrispondenza per accendere l'interesse dei più giovani che, tra pochi anni, nemmeno sapranno più di cosa si stia parlando.

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Una bella immagine che associa filatelia a nuove generazioni. Perché non mutuare tali iniziative per trasferirle nelle nostre manifestazioni! La foto è tratta dal sito della Federazione delle associazioni filateliche europee FEPA

So bene che è una nota dolente. Lo vedo dalle stesse considerazioni sui social che alla fine di manifestazioni quali Veronafil, tanto per fare un esempio, si rammaricano di modalità che non privilegiano certo famiglie e più piccoli, di domeniche ormai quasi cancellate dai calendari fieristici. Un loop di parole volatili come il cloroformio, anestetico ideale per non ammettere che di accattivante alle nostre amate manifestazioni non c'è nulla per chi ha meno di quarantacinque anni. Anzi, il più piccolo dei miei figli è stato pure bacchettato perché raccoglieva qualche listino di troppo dagli stand, dove nemmeno il concetto di fila siamo più in grado di qualificare, standocene ammucchiati come scomposti primati uno sopra all'altro. E dire che la scolarità di quella citata età media l'educazione civica l'aveva come materia scolastica.
Approfondimento. Dal mio blog: "Incontri generazionali lungo il percorso" post del 14 novembre 2015.
Basterebbe poco! Basterebbe copiare da qualche Paese in cui la filatelia è gioco e le manifestazioni attrezzano appositi spazi in cui i bambini possano riempire scatole di francobolli, toccarli, spostarli, incasellarli e magari portarsene qualcuno a casa. Allora si che la domenica sarebbe straordinariamente e filatelicamente godibile, anche e soprattutto per i più piccoli.

Divagazioni a parte, l'obiettivo era quello di porre l'accento sulle dinamiche culturali in cui ogni collezionista elabora una propria idea di collezione. Nel mio caso, parlando del percorso vaticano iniziato ormai da alcuni mesi, mi sono trovata ad affrontare la necessità di armonizzare segmenti che ho acquisito già montati. Tali acquisti, infatti, se da un lato soddisfavano il problema non indifferente del budget, dall'altro aprivano il problema di armonizzare l'intero impianto espositivo, sia graficamente e quindi esteticamente, sia dal punto di vista didascalico e quindi narrativo, sen non didattico.
Approfondimento. Dal mio blog: "Un altro passo avanti con le emissioni del 2015" post del 3 febbraio 2017.
Tutto ciò, s'intende, partendo dalla mia personale convinzione, più volte espressa nel mio blog, di vivere la filatelia non solo come una raccolta di casella, ma come un percorso museale, capace di offrirsi ad un approccio multidisciplinare in grado di raccontare una storia.

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Quando si decide di integrare in un unico percorso conservativo espositivo sezioni acquisite da diverse collezioni è importante progettare con cura il proprio progetto di armonizzazione

Tornando dunque al mio percorso dedicato alla Santa Sede, ho colto l'opportunità di integrare il mio insieme acquisendo in un sol colpo le annate dal 2006 al 2017 compreso, minifogli, libretti e buona parte delle emissioni congiunte incluse, il tutto ad un prezzo assolutamente "d'occasione", ma soprattutto già montato sui fogli d'album delle annate corrispondenti. Unico problema: la diversità dei fogli per i differenti periodi, fortunatamente in blocchi di annate contigue, con una prima parte editata da Marini (i King tradizionali con taschina monolembo), un secondo grande segmento a marchio Masterphil (Falcon) e l'ultima annata su fogli Abafil. L'armonizzazione, che avevo già iniziato e descritto con la prima parte della collezione, ora aumentava di complessità, dovendo dare soluzione ai diversi apparenti punti di discontinuità (vedi figura sopra).

Al di la delle operazioni puramente tecniche di pulizia e microrestauro dei fogli d'album così come acquistati con i diversi lotti di francobolli, operazioni che ho già descritto nei post precedenti dedicati alle emissioni della Città del Vaticano, ho quindi deciso di mantenere fermo l'impegno su due sostanziali interventi necessari, a mio parere, per armonizzare l'intera scansione temporale del Vaticano, proponendola in tal modo attraverso un itinerario cognitivo il più possibile omogeneo dal punto di vista didascalico, portando così in secondo piano le piccole differenze dei fogli d'album che caratterizzano blocchi di diversi periodi storici e che differiscono per concept editoriale, anche talvolta per il medesimo editore che ha utilizzato formati diversi in epoche diverse, così come per l'impostazione grafica diversificata quando di editori differenti si tratti.


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Integrare e progettare parti didascaliche mancanti è spesso faticoso, ma ci obbliga alla ricerca di informazioni specifiche sulle singole emissioni e alla parte più bella dell'essere collezionisti: lo studio dei nostri reperti.

Il primo intervento è quello che io chiamo di "dissolvenza incrociata" e che, proprio per questo, rende meno percettibile il passaggio da un insieme di fogli ad un altro insieme. Se nel lavoro che avevo svolto in precedenza, l'operazione si era limitata a disegnare gli elementi descrittivi dell'almanacco filatelico, clonando le caratteristiche grafiche di ciò che già era presente, allo stato attuale una replica di tale modus operandi si è resa necessaria per inserire, ove non previsti, quei fogli informativi mancanti, dando loro l'aspetto e l'impaginato della nuova tipologia impressa all'almanacco dall'editore i cui fogli d'album precedevano l'insieme che, invece ne era privo.

Ho posto una cura particolare, come da sempre faccio nell'accomodare il mio apparato espositivo, nell'editare i fogli di almanacco, non solo per quanto riguarda l'aspetto grafico, che come ho già descritto riprende e si armonizza allo stile del preesistente, ma anche e soprattutto per il contenuto redazionale che deve mantenersi piacevole ed accattivante nella lettura, ma preservare quello stile rigoroso nella precisione e nella puntualità del resoconto filatelico.

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Maggiore è la cura che si pone nel realizzare le parti mancanti, più grande sarà la soddisfazione nel valutare l'impatto finale nell'armonizzazione del proprio insieme collezionistico

Se la dissolvenza incrociata, utilizzata per colmare eventuali lacune da almanacco filatelico, rappresenta un punto di raccordo tra le diverse annate raggruppate in aree editoriali, il vero trait-d'union tra ogni singola annata per l'intero insieme è rappresentato dai fogli che costituiscono l'apparato storico dedicato ai diversi pontefici, cui le emissioni poste "in vetrina" si riferiscono.

Per i fogli che ho realizzato a tale scopo ho scelto una gabbia grafica capace di amalgamarsi con l'intero percorso filatelico postale ed ho mantenuto la medesima impostazione dell'impaginato per tutta la sequenza temporale. Tali fogli sono dunque l'asse portante dell'apparato didascalico della mia collezione e ne caratterizzano l'insieme, anche nelle modalità con cui sono fornite e sintetizzate le informazioni storiche, sia quando si tratti di un Pontefice ormai "storicizzato", così come nella cronaca pontificia più recente, quando ci si riferisce ai papi contemporanei per i quali una retrospettiva storica risulta decisamente più difficile.

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Ecco dunque, a lavoro terminato (anche se il processo di accomodamento di fatto non termina mai veramente), che la mia collezione vaticana che allo stato attuale inizia con Nome del pontefice e prosegue sino ai giorni nostri, trova ora collocazione con una serie di elementi grafici e didascalici capaci di tenere uniti i differenti concept grafici dei fogli d'album così come originariamente pensati, offrendosi come un percorso più fluido ed omogeneo da sfogliare e godere.

Chiudo riprendendo un passo del post "Il magnifico intreccio" pubblicato sul colto e filatelico blog Tesoridicarta (il mio impallidisce al confronto), che consiglio di esplorare con attenzione per la ricchezza di spunti e riflessioni sul mondo filatelico:
"L'umanità racconta da sempre le proprie avventure, perché il racconto compatta e mette ordine, dà un senso a fatti e personaggi che sarebbero altrimenti un inespressivo susseguirsi di eventi slegati e figure inerti. La narrazione giunge a noi attraverso i libri di storia, ma anche tramite le cose dell'epoca, che reificano il racconto, lo rendono tangibile, e dal racconto acquistano significato e ricevono valore.

Ogni oggetto è piatto e effimero, finché rimane schiacciato nella sua dimensione materiale. Un quadro è solo una disposizione di colori su una tela, anche se sotto c'è la firma di Van Gogh. Una sinfonia è solo una successione di onde sonore, un mero fenomeno fisico, anche se riposa su uno spartito di Mozart. I monumenti sono soltanto pezzi di marmo, anche se a scolpirli son stati Michelangelo e Bernini. E' il racconto - la storia - a conferire spessore e profondità alle cose, a localizzarle nel tempo e nello spazio, e ogni cosa può parlare solo se inserita in una storia, se il suo senso è narrato dentro una storia.



Su questo preambolo i francobolli (...) si rivelano oggetti eclettici, ricchi di sfumature. Il francobollo è un protagonista della storia, un ineguagliabile cronista dei fatti di un'epoca, con i suoi stemmi e le effigi, gli annulli e i colori, intrisi di significati politici e sociali, artistici e di costume. Il francobollo apre uno scorcio su luoghi, personaggi e episodi di una fase cruciale per il nostro Paese, ricostruisce gli eventi da una prospettiva privilegiata, scandisce l'incalzare di accadimenti avvincenti e drammatici, ne trasmette il pathos e lo fa rivivere.

Come sempre ho provveduto alla digitalizzazione dei nuovi album posti in collezione, di cui ho parlato forse più del dovuto, offrendoli di fatto ad una consultazione più estesa ed offrendomi ad accogliere suggerimenti e idee.

Bibliografia essenziale   
  • Stato Città del Vaticano, Storia della filatelia, 24/11/2018, www.vaticanstate.va (consultato 30/10/2019)
  • B. Ardura (a cura), I Patti Lateranensi in occasione del XC Anniversario (1929-2019), 2019, Libreria Editrice Vaticana
  • Il magnifico intreccio, i francobolli nella storia la storia nei francobolli, blog tesoridicarta (consultato 21/07/2018)